Dettagli Recensione
Mah!
Come si fa a mettere insieme, nella stesso racconto, scontri padre-figlio, riti vudù a Milano (!), tratta della prostituzione, assassini seriali, camice nere di allora e di oggi, storie di corna tra colleghi, speleologia urbana, tesori nascosti, l'olocausto, animali fantastici, possessione, bambini fantasma, senzatetto, volontariato? Si scrive un tomo di 800 pagine e oltre come questo, La stazione.
Il romanzo parte bene, la parte giallo/thriller è anche intrigante, ma poi... Ma poi si perde. Per riempire il numero esagerato di pagine il tutto perde di credibilità. Tutte, ma proprio tutte le vicende narrate confluiscono in una trama unica che non so se definire più demenziale che improbabile. Il romanzo ha almeno quattrocento pagine di troppo, poteva restare un buon horror con le vicende del fantasma, oppure un giallo con la storia del presunto tesoro del gioielliere o anche della tratta della prostituzione e dei riti che legano povere donne agli sfruttatori, persino fare denuncia sociale con la storia dei dimenticati ed abbandonati, i senzatetto.
Invece no, diventa un fantasy, quasi alla Neil Gaiman (ha molti punti in comune con Nessun dove), solo che quello ha 300 pagine e nessuna velleità realistica, e lo dichiara.
Insomma, La stazione: tempo e soldi buttati.
Consigliato solo se non si ha sottomano nient'altro.