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L'insospettabilità del male
Che magnifica scoperta, per me, Roberto Costantini e il suo commissario Michele Balistreri!
Dopo essere partita da “Alle radici del male”, secondo bellissimo volume della cosiddetta “Trilogia del Male”, ecco ora che concludo anche la lettura del romanzo con cui sia lo scrittore che il suo più che riuscito personaggio hanno fatto il loro esordio, nel 2011, sulla scena letteraria nostrana.
Voto complessivo, pure in questo caso, di oltre quattro stelle.
Sebbene mi sia sentita coinvolta maggiormente dalla trama e dall'ambientazione nordafricana del secondo titolo, dove si ripercorre la vicenda familiare e la crescita di Balistreri a Tripoli, ho trovato questo primo tassello della trilogia in questione un giallo/poliziesco/thriller di tutto rispetto, in grado di catturare fin dall'incipit l'attenzione di chi legge. L'autore dimostra una straordinaria abilità nell'intrecciare eventi e personaggi, senza tralasciare il minimo dettaglio né annoiare; la sua prosa è decisamente fluida, entusiasmante, ricca di tutti quegli ingredienti che contribuiscono a istigare il lettore a fare addirittura le ore piccole pur di non interrompere l'evolversi della vicenda narrata. Era dai tempi in cui lessi avidamente “Uomini che odiano le donne” di Stieg Larsson che nel cuore dela notte non riuscivo a staccarmi dalle pagine di un libro, e io, come dico sempre, non sono una lettrice abituale di gialli e sottogeneri vari.
Impossibile riassumere in poche righe la complessità della trama che si svolge sullo sfondo di una città come Roma tra il 1982 e gli anni Duemila. Fatto sta che mentre il cerchio finalmente si stringe, niente sarà certo, anche quando l'esito delle indagini sembrerà ovvio e scontato, fino al gran colpo da maestro con cui Costantini fa calare il sipario definitivo sull'assassinio della giovane Elisa Sordi, crimine che per ben ventiquattro lunghi anni resterà una spina nel fianco di un Balistreri bello, dannato e fiaccato dal peso dell'esistenza. Il male può annidarsi ovunque, in un viso deforme così come nel sorriso più angelico e disarmante, persino nel bene stesso.
Sono molto contenta di aver cominciato dal secondo volume, una fortunata svista che mi ha permesso di comprendere meglio diverse cose che vengono anticipate in questo primo romanzo, nonché di valutare nell'insieme la figura qui più matura del commissario. Pregusto già la lettura del terzo atto della trilogia, con la segreta speranza che si faccia ritorno in Africa dove ancora attende una scogliera e il suo mistero!