Dettagli Recensione
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Pensavo meglio
Non conoscevo Donato Carrisi, ma ne ho sentito meraviglie. Forse è per quello che questo romanzo è stato portato fino alla fine, ma mi è piaciuto così così. Premetto per gli appassionati dello scrittore, che ho scorso le recensioni dei miei colleghi e vedo che probabilmente questo non è quello che gli è riuscito meglio, quindi gli darò un'altra possibilità. Detto questo veniamo alla storia di Mila, una detective che ha deciso di lasciare lavoro, città e conoscenti per ritirarsi al sciuro con la figlia in campagna. Poi c'è uno strano uomo col corpo tutto tatuato di numeri accusato di avere sterminato una famiglia ed averne fatto sparire i cadaveri, a che non dice nulla. Finiti entrambi in un gioco perverso si si incontrano e danno luogo alla storia di questo romanzo. Direi che è partito molto bene, con un modo di scrivere chiaro, immediato e nonostante la crudezza di alcune immagini anche quasi delicato e rispettoso. La trama mi ha subito coinvolta i incuriosita, poi, man mano che passavano le pagine si è appesantito, Ho continuato a trovare la storia originale, ma più procedeva e più diventava stanca e apatica.
Indicazioni utili
- sì
- no