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Una nuova indagine per Arno e Lans
Torna in libreria Fabiano Massimi con il seguito naturale de “Il club Montecristo”, “Vivi nascosto”. Ancora una volta ci troviamo in compagnia di Arno Maletti, per il quale i computer non hanno segreti e Lans Iula, con un passato turbolento e un soggiorno in carcere alla fine proprio per amore.
E così torniamo ancora una volta a Mutina e con essa torniamo anche a leggere di carcere, detenzione e spesso ingiusta detenzione.
Questa volta a essere ritrovato privo di vita è Bruno Muta, ex prodigio della moda che viene ritrovato privo di vita all’interno della sua abitazione. E non più una giovane donna come nel procedente libro. Condannato per falso in bilancio, l’uomo ha scontato la sua pena e i dubbi sui possibili colpevoli si affastellano sul nulla stante che il suddetto non ha contatti con il mondo esterno. Ma su una cosa sembrano non esserci dubbi: l’uomo conosceva l’assassino. Troppi gli elementi sulla scena del delitto che testimoniano questo dato e in particolare il fatto che non sembrano esserci segni di violazione esterna o effrazione non autorizzata.
Da qui il subentrare in scena de Il Club Montecristo, l’associazione di mutuo soccorso che già abbiamo conosciuto nel precedente lavoro dello scrittore. A maggior ragione in considerazione che Ares Malerba, ex compagno di cella dell’assassinato, ha violato la semilibertà nelle stesse ore del delitto e adesso è scomparso. Come nel più elementare dei casi ogni sospetto si rivolge su di lui. Si sa come funziona nell’ordinamento giuridico e anche cosa e quanto possa pregiudicare avere dei precedenti in un contesto ordinario, figurarsi in ambito di un omicidio.
Ecco allora che Lans e Arno si troveranno a indagare sull’omicidio e con la presenza della sempre bella Lana e della squadra omicidi che cercherà di chiudere il caso giungendo alle conseguenze più evidenti, i due dovranno far luce e chiarezza su quanto accaduto.
Ancora una volta tra ironia e gag personali e familiari che non mancheranno di far sorridere il lettore ma anche di farlo riflettere. Uno scritto di facile lettura, con una nota anche introspettiva, piacevole e godurioso. Un titolo completamente diverso dalla saga dedicata a Sauer con “L’angelo di Monaco” e “I demoni di Berlino” ma non per questo di inferiore livello. Massimi sa distinguersi nel panorama letterario per intreccio, storia, prosa e penna.