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A volte ritornano
Rocco Schiavone affronta la sua situazione di lupo solitario per scelta, Gabriele e la madre si sono trasferiti a Milano e la relazione con Sandra Buccellato non decolla anzi, secondo Rocco neanche è una relazione. Nel frattempo un poliziotto della sua squadra è in un momento delicato perchè nascondere la propria omosessualità lo ha costretto a vivere una vita che non è la sua e ora il suo compagno lo mette di fronte a delle scelte, In un contesto al solito descritto con precisione mai eccessiva arriva l'omicidio di Sofia Martinet una studiosa di fama mondiale. Donna irreprensibile di grande valore professionale , stimata da tutto il mondo accademico sembra non avere nemici e tutti gli indizi portano al figlio scapestrato e perennemente alla ricerca della propria strada. Quando la soluzione sembra troppo Semplice Schiavone sente puzza di bruciato e non si lascia influenzare dalle apparenze. Nel frattempo ricompaiono le vecchie conoscenze del titolo: prima Sebastiano in visita ad Aosta dove cerca rifugio presso l'amico Rocco e poi quel Luigi Baiocchi assassino della fidanzata di Sebastiano e grande accusatore di Schiavone. Si trova in una località segreta e chiede urgentemente di parlare col procuratore Baldi. Entra in scena anche il grande nemico di Schiavone a cui il vice questore non risparmia una aperta manifestazione di disprezzo e lancia una sfida. Da qui inizia una vicenda parallela alle indagini sull'omicidio della professoressa Martinet , Manzini è bravissimo ad intrecciare i due piani narrativi come in un perfetto meccanismo ad orologeria dove nulla è lasciato al caso e nulla stona. Ci saranno colpi di scena e Schiavone, scavando nella vita della Martinet, ma soprattutto nell'anima delle persone che la conoscevano, arriverà alla soluzione del delitto. E mentre pensa di poter finalmente avere un pò di riposo dopo l'ennesima faticaccia compare un'altra vecchia conoscenza, clamorosa ma mai quanto le rivelazioni che fa a Rocco: qualcosa di sconvolgente che cambia completamente la visone della propria vita fino ad allora e apre a nuovi inquietanti scenari per il futuro. Le indagini di Rocco Schiavone al solito sono ben argomentate e credibili ma soprattutto è sempre eccellente il contesto narrativo creato dall'autore, i personaggi hanno una vita al di fuori di quella professionale che con la professione stessa si intreccia in maniera continua e realistica costruendo tante storie nella storia. Bellissima la scena finale in cui Schiavone, dopo essersi eclissato nel suo ufficio a digerire le rivelazioni appena ricevute si affaccia sulla porta e confida ai "suoi" uomini che loro, per quanto sia inusuale e non una scelta, loro sono di fatto la sola famiglia che ha. Manzini al suo top.