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Folklore e superstizioni. O forse realtà?
Marco Marra e Gerardo Spirito fanno il verso a quel gioiellino di Eraldo Baldini intitolato "Gotico Rurale" senza però eguagliarne la forza evocativa ed ansiogena. I sei racconti affondando le loro radici nella nostra cultura e nelle storie tramandate oralmente di generazione in generazione, con atmosfere cupe e decadenti a discapito di una violenza relegata fuori campo. I nostri autori conoscono bene il genere ma si perdono in piccoli particolari mostrando una certa immaturità, a partire da un filo conduttore poco sfaccettato e da elementi perturbanti eccessivamente reiterati. Lo stile forbito e ricercato convince sino ad un certo punto, in bocca ai personaggi autoctoni diventa grottesco, per nulla in linea con le umili origini degli stessi.
Spirito firma il miglior racconto, ovvero "Il bosco mormora" in cui una zia particolarmente inquietante ha bisogno delle cure del nipote (voto 8), mentre non avvince con "Mattoni sgretolati" (5), dove un uomo, dopo la morte del padre, torna al paese natio trovandolo completamente in rovina ma non del tutto abbandonato.
"Terra Nera" (6.5) è invece scritto a quattro mani: un gruppo di giovanissimi cercatori di funghi si imbatte in un orribile abitante del bosco. Spirito parte malissimo con "Oltre la collina" (4), storia del laureando Ludovico e dell'ambiguo quanto eccitante incontro cui va incontro, con "Massacro di bestiame" (6) si riscatta indagando riguardo una strage di animali forse collegata ad antichi rituali, infine chiude bene con "La famiglia è la famiglia", il cui culmine giunge durante una strana cena organizzata da una coppia di -apparentemente- innocui vecchietti (voto 7.5).