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IL SECONDO CASO DI DAVID VAZQUEZ
In questo secondo capitolo continuiamo a seguire la storia di Irene Ochoa e di David Vázquez, che vivono assieme da sei mei e che ormai fanno coppia fissa.
David dovrà indagare sull'omicidio di Jorge Viamonte, il direttore della Banca Ispano-Francese, trovato morto a Berriozar in un edificio vicino ai binari della ferrovia.
L'uomo aveva ricevuto parecchie minacce ed era stato obbligato ad avere la scorta, il giorno della sua scomparsa doveva incontrare il fratello che a differenza sua era un alcolista, un disoccupato, senza fissa dimora e alla ricerca di un costante aiuto economico.
Il libro però si concentra soprattutto su Irene e su cosa prova dopo il gesto estremo che ha commesso all'inizio del primo libro.
Quello che mi colpisce di più è che l'autrice sia andata ad indagare sul personaggio di Irene, su come si sente e su come riesca ad andare avanti continuando a mentire e di come la paura di essere scoperta la porti, ancora una volta, a commettere dei crimini orribili.
"Ricordava il dolore e la paura, sentiva ancor ai brividi sulla pelle, i muscoli intorpiditi e si diceva ancora una volta "che l'avrebbe rifatto".(citazione)
E' sconcertante scoprire come Irene senza esitazione avrebbe inscenato nuovamente l'incidente domestico per uccidere quel marito violento che, prima o poi, l'avrebbe ammazzata. Era cosciente che sarebbe successo, che le cose sarebbero andate sempre peggio.
Irene ha però anche dei momenti di sconforto, di debolezza, in cui pensa di non avere la forza per continuare a mentire e a fingere che vada tutto bene.
"Ci sarebbe riuscita. Con fatica, con impegno, con molta concentrazione e forza in modo che mai e poi mai un momento di debolezza l'avrebbe portata a confessare quella che era successo mesi prima."(citazione)
David, è un personaggio che non riesco ad apprezzare perché purtroppo continuo a trovarlo un po' noioso e a tratti inverosimile, lo trovo innamorato come un adolescente non ha quasi mai avuto dubbi su Irene. La ama senza freni, vuole costruire una famiglia con lei e nonostante alcune volte la veda pensierosa o assorta nei suoi pensieri, non va mai a chiederle veramente come stia e cosa la turbi. Le fa anche conoscere la madre, continua a ripetere che la trova perfetta e non ha mai avuto nessun sospetto su di lei sul suo passato e neanche sul suo amore.
Credo che invece Irene non sia davvero innamorata, non sembra intenzionata a creare una famiglia con lui e che in un certo modo "usa" David per coprire quello che ha fatto, per lei è stato un colpo di fortuna trovare questo ispettore, che fin dal loro primo incontro, è stato folgorato dalla bellezza della protagonista.
"L'angoscia che l'attanagliava le consentiva appena di respirare. Irene aveva trascorso mesi camminando sul bordo dell'abisso ma si sentiva sicura all'interno dello stretto sentiero tracciato dalle sue bugie." (citazione)
Se nel primo libro avrei voluto che l'autrice si concentrasse di più su Irene, in questo secondo capitolo sono veramente contenta della sua scelta, è riuscita a delineare il suo personaggio in maniera interessante e credibile.
Ho trovato interessante anche la riflessione che l'autrice fa nel libro riguardo a come oggi i mass media, i programmi televisivi e i TG abbiamo in un qualche modo banalizzato la morte e la violenza nella nostra società, come sembra tutto una fiction, come non ci sia più il rispetto per il dolore.
Le immagini che scorrono ogni giorno e ogni sera davanti ai nostri occhi sono agghiaccianti non c'è un filtro, non c'è più nulla; oggi i giovani credono e pensano che la violenza e l'odio siano normali, che non siano gesti gravi e che non abbiano alcuna conseguenza sulle altre persone. Non siamo in un film, oggi la vita umana non ha più valore.
La narrazione è veramente incalzante e appassionante, il libro si legge in poco tempo e avrei voluto continuare e scoprire cosa sarebbe successo dopo, visto il colpo di scena finale.
Ho apprezzato molto la scelta di un narratore esterno che dia una visione d'insieme di tutta la storia e così anche dei personaggi; nei thriller e nei noir sono così abituata a leggere in prima persona che non ricordavo quanto fosse più piacevole questo tipo di scrittura.
Il caso che segue David è interessante e ben congeniato e sicuramente più marginale rispetto alla vicende di Irene e questo non mi è dispiaciuto.