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Quei bellissimi (ed inquietanti) anni '80
Thriller incisivo dal sapore nostalgico in cui Barbara Baraldi ritorna agli anni '80, periodo di grandi cambiamenti e di importanti avvenimenti socio-culturali. Una colonna sonora perfettamente in linea ci guida alla scoperta di una Torino il cui lato esoterico non può essere ignorato, mentre la rivoluzione in atto investe anche la stesura dei profili criminali. L'autrice affida le indagini ad un magistrato in chiaro ossequio a due mai troppo compianti paladini della giustizia nazionale come Falcone e Borsellino. In generale è palese come tragga ispirazione da personaggi che nel bene o nel male in quel periodo imperversarono. A partire dalla definizione dell'assassino, ispirato alle famigerate gesta del Mostro di Firenze, o alla cronista d'assalto Leda De Almeida capace di suscitare il commosso ricordo di Ilaria Alpi. Il romanzo è ben articolato attorno ad un gruppo di personaggi eterogenei per lo più ben definiti, con una serie di avvenimenti collegati con efficacia tra loro e descritti sfruttando una cifra stilistica diretta, per nulla volgare e mai tediante. Il colpo di scena giunge sempre strutturato con accuratezza, figlio di un'ossatura logica mai forzata. Brillante il collegamento con l'anomalia posta in apertura (ponte Vittorio Emanuele invaso da innumerevoli ragni), mentre il finale, un inno alla speranza, si collega direttamente ad uno dei personaggi più celebri nati dalla penna di Baraldi, tramutando il romanzo in una sorta di prequel.