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Quando sono le ossa a parlare
«Forse, pensava, se riuscissi a superare il dolore del distacco, non soffrirei più, non succederà più che perda le persone a cui tengo. La vita sembrava godere a far soffrire gli esseri umani dove più faceva loro male. Come un dentista arruffone, snudata la radice del dente, lì colpiva col trapano.»
Rocco Schiavone sa benissimo che le rotture nel suo lavoro non mancano mai. Ancor meno se di rotture di decimo livello si parla. Ma quando ad essere oggetto delle sue indagini è il ritrovamento di uno scheletro appartenente a un bambino, una serie di ossa, resti di queste, tornate alla luce per merito dell’acqua piovana ed esemplari diretti di un corpo privato del suo vivere a causa di mano altrui, Rocco sa benissimo di trovarsi davanti a una rottura diversa. Perché si tratta di un bambino, un bambino morto sei anni prima e di circa una decina d’anni, di un bambino molto probabilmente ancora cercato dai propri genitori, di un bambino morto per chissà quale ragione. È un cold case in piena regola quello che si trova davanti, un cold case che impiegherà tutta la sua squadra nel tentativo di risoluzione di un mistero troppo a lungo celato.
«Se non lo nutri, come una pianta, quello tende a seccarsi. Basta non dare acqua.»
Ecco che torna in libreria Antonio Manzini con un titolo eclettico e molto particolare esattamente come il caso che tratta. Ci troviamo davanti a uno Schiavone più maturo, sempre disilluso, sarcastico e ironico, ma più profondo. Al tempo stesso ritroviamo tutti quei personaggi a cui abbiamo imparato a volere bene, soffriamo anche nel vedere la perdita della retta via e la discesa negli inferi di alcuni di questi, così come invece gioiamo innanzi alle nuove piccole conquiste di altri.
Scritto nel mese di maggio 2021 contestualmente a “Vecchie conoscenze”, come dichiarato dall’autore sui canali ufficiali di Sellerio, “Le ossa parlano” è un giallo tipicamente italiano che coinvolge e trattiene, conquista e solletica la curiosità. Nella sua naturalezza, nella sua genuinità strutturale.
Un titolo che pone un altro tassello a una saga che nel suo evolversi ha raggiunto un discreto grado di piacevolezza ma anche caratterizzazione.
«I binari dell’esistenza si incontrano e dividono senza lasciare neanche una traccia del loro coincidere. Al contrario dei vestiti di chi non c’è più.»