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Pane amore e… autopsie
Ardelia Spinola è un medico legale in quel di Albenga. La ridente cittadina della Riviera ligure di ponente sembra il posto meno adatto per ambientare una storia poliziesca, ma anche qui l’Angelo della morte colpisce con violenza. Abelardo Dosetti, uomo di profonda erudizione, appassionato bibliofilo, dopo una vita spesa all’estero a diffondere la cultura italiana, si era “seppellito” nel paese di nascita della madre, per starle vicino negli ultimi anni di vita. Qui esercitava con passione e dedizione il ruolo di bibliotecario. Una notte, in cui imperversa un violentissimo temporale che ha causato un black-out generalizzato, Dosetti rimane bloccato nell’ascensore della biblioteca, a dissanguarsi per un colpo d’arma da fuoco all’addome. L’autopsia tocca ad Ardelia, che, come sua abitudine, non smette di indagare dopo che ha richiuso la salma e steso il referto finale.
Nella fattispecie, lo stimolo per proseguire le indagini le viene ancora più naturale: nel frattempo un banale incidente stradale le ha fatto conoscere Arturo Grovero, un bellissimo cinquantenne che dopo una brillante carriera in multinazionali farmaceutiche, s’è ritirato tra le colline di Ormea a fare l’apicoltore e l’erborista-alchemico. Ardelia se n’è perdutamente innamorata, ma qualche ombra offusca l’orizzonte: Arturo era grande amico di Abelardo. Possibile che l’incidente sia stato davvero casuale? Inoltre Ardelia scopre che entrambi frequentavano l’agriturismo vegetariano gestito dai coniugi Dal Pra che, in qualche modo tutto da scoprire, sembrano coinvolti in quella brutta storia. A complicare ogni cosa, poi, ci sono il passato di Dosetti, tra estremismo di sinistra e collaborazione con l’anti-terrorismo, e le sue oscure storie sentimentali.
Cristina Rava usa la penna in modo agile e accattivante. La storia è narrata tutta in prima persona dalla stessa Ardelia, quasi fossimo partecipi dei suoi pensieri e della sua vita interiore con le lotte e i trasporti che la agitano. In effetti, più che a un’indagine poliziesca classica, si partecipa soprattutto della esistenza privata del medico legale. Una vita arruffata, divisa tra impegni di lavoro, la cura della coppia di mici che le colonizza casa e, da un certo momento in avanti, la relazione con Arturo.
La trama gialla in questo teatro di vita spesso fa solo da fondale alle scene principali ove Ardelia è la sola protagonista. Anche lo stile segue con efficacia l’affollarsi di pensieri e ragionamenti che si accavallano gli uni sugli altri, passando rapidamente da riflessioni personale, a crucci professionali a quesiti relativi all’indagine poliziesca dalla quale Ardelia dovrebbe rimanere estranea, ma… proprio non ce la fa.
Forse alcuni capitoli sono un po’ troppo appesantiti da dialoghi interminabili, ma le battute non sono mai scontate e spesso, contrabbandati nel discorso diretto, ci sono concetti e riflessioni tutt’altro che banali.
Come in tutti i gialli di qualità italiani, tra una strizzatina d’occhi alle tradizioni culinarie della penisola, una alle meraviglie del nostro territorio e qualche triste rievocazione degli anni bui che abbiamo attraversato, la trama si srotola sino alla conclusione che non è particolarmente sorprendente, ma ha il dono di essere logica e reale nel senso più pieno del termine.
Il personaggio di Ardelia è davvero ben tratteggiato con garbo e amore. Ne risulta un bel ritratto di donna moderna, attiva e decisa, ma che non rinuncia al proprio lato romantico, tenero, alle proprie fragilità e indecisioni. Anche gli altri co-protagonisti sono descritti in modo accurato e umano. Una menzione particolare va fatta per il personaggio di Gaspare vecchio delinquente-gentiluomo, che affascina e incuriosisce, per il suo passato oscuro, ma non ripugnante e che, con un garbo d’altri tempi, racconterà ad Ardelia, davanti ad un pranzo da gourmet, una storia del passato, cupa, ma pure intrigante e, forse, illuminante, per le indagini in corso.
In conclusione ne esce un bel libro piacevole da leggere e fonte di sicuro svago. In definitiva si tratta di una lettura assolutamente consigliabile e che anzi fa da stimolo a cercare le storie che hanno preceduto questa (con protagonisti, prima, il Commissario Bartolomeo Rebaudengo e, poi, solo Ardelia Spinola).