Dettagli Recensione
Lavinia, Lucrezia e Margherita
«Ci sono momenti della vita in cui si cresce e si invecchia in poco tempo. Accade nel dolore, certo, accade anche nello smarrimento, nel fatto che prima il mondo ha la terra e il cielo e poi il mondo ha l’inferno, la terra e il cielo. […] La terra sembra non avere storia, se non quella geologica, ti illudi di essere in un mondo nuovo e invece l’inferno ti segue dappertutto, perché l’inferno ci appartiene, l’inferno è preistorico: quando lo vedi, e basta una volta sola, puoi anche riuscire a dimenticarlo per anni, per decenni, ma quando non te lo aspetti, quando pensi che il cielo e la terra possano essere tutto quello che desideri, l’inferno si riapre.»
Per Margherita B. la nuova occasione lavorativa presso la famiglia aristocratica degli Ordelaffi cade come un fulmine a ciel sereno. I fatti narrati risalgono al 2018 anno in cui la giovane sta attraversando un periodo particolare della sua vita, un periodo di scelte e cambiamenti. Per ricostruire quanto accaduto, inizia a scrivere il suo memoriale. Nonostante il suo trascorso come studente di medicina, percorso interrotto, prende servizio come istitutrice presso la famiglia. Il suo compito avrebbe dovuto consistere nel prendersi cura dell’istruzione e formazione delle due gemelle figlie del celebre architetto che vive con la famiglia nella villa progettata alle porte di Roma; la casa di vetro. Lucrezia e Lavinia, le due gemelle, sono estremamente particolari. È bene precisare che sin dalle prime battute e dalla loro conoscenza, non sembra di trovarsi negli anni duemila quanto al contrario nell’Ottocento. Non sembra nemmeno di trovarsi alle porte di Roma quanto al contrario sembra di essere in qualche desolata landa inglese. Qui un primo merito a Cotroneo che dimostra già in questo una grande capacità evocativa.
Ad ogni modo Margherita B. vede la casa e la famiglia quale emblema della perfezione. Ma siamo davvero sicuri che sia così? Che la casa di vetro e il bosco antistante non celino in realtà segreti misteriosi e oscure presenze? Cosa succede alla sua mente? Qual è il confine tra verità e menzogna?
«I morti non mordono, avevo letto in un romanzo tanti anni prima. Ma non ne ero più sicura. Il male resta e travolge ogni forma di innocenza.»
Le gemelle già per loro natura sono estremamente ambigue. Per tutta la narrazione viene spontaneo chiedersi quale sia il ruolo che ricoprono, se buono o se cattivo. Rappresentano certamente il tema del doppio, dell’identità, delle tinte più oscure dell’animo umano. È a “Loro” che viene dato ascolto. A loro e agli sguardi che si scambiano, a loro e ai silenzi che aleggiano in un continuo non detto che è più rumoroso di un detto. A loro e a quel bosco che cela Ecate, a loro e a quel giardiniere così surreale quanto inquietante. A loro e a quella stessa moglie dal passato intriso di fantasmi, a loro e a quel padre con forse una doppia vita, a loro e a quella direttrice che aiuta nella gestione dei conti e il cui ritorno dalle ferie potrebbe non essere così certo.
Ecco allora che “Loro” prende forma e si muove nel lettore, nei meandri della sua mente e della sua anima. E non mancano i riferimenti a spiritismi, a visioni e a credenze che si mescolano tra amore, gelosia, possesso. Il tutto in un omaggio a “Il giro di vite” di Henry James, il tutto sino a un epilogo che non poteva che essere che questo e che altro non poteva fare che distruggere ogni certezza.
Un romanzo godibile che regge per tutta la narrazione anche se subisce una battuta d’arresto nella parte centrale per poi ripartire a tutta velocità nella sezione conclusiva. Uno scritto degno di nota e da leggere.
«Quando scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te.» Nietzsche