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Apologia di uno scherzo
In quel di Bellano, con i personaggi che ci sono diventati quasi come degli amici, il paesaggio diventato familiare, le stradine che potremmo percorrere a occhi chiusi ecco che succede l'impensabile. Il maestro in pensione, nonché giornalista del quotidiano locale e voce ufficiale nei comizi del regime, viene portato via dalla milizia fascista. Si prendono a cuore del caso, e se ne occupano in via informale i carabinieri, che fanno non si capacitano che quell'ometto tanto pedante, quanto fedele al regime possa avere atto qualcosa di così grave. Piano piano, in un romanzo ironico, a volte sfacciatamente canzonatorio dei riti e delle manie di onnipotenza fasciste, Vitali ci racconta una storia che inizia con uno scherzo crudele e rischia di finire in tragedia. Se non altro ha il merito di aprire gli occhi a chi li tiene socchiusi e far socchiudere la bocca a chi la tiene spalancata.
Ho trovato questo romanzo gradevole, anche se almeno io, di base ci ho trovato sotto l'ironia, la voglia di mettere tutto sullo scherzo, anche ina certa tristezza. Tristezza di chi vede le sue illusioni buttate in un angolo e calpestate. Tristezza di chi capisce che non vincerà mai la lotta, perché in fin dei conti non riesce neppure a capre contro che cosa sta lottando.
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Non ho letto questo libro, ma dal tuo bel commento posso dedurre che si tratti di un 'Vitali medio' .