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Vecchie conoscenze
 
Vecchie conoscenze 2021-07-23 21:31:04 cesare giardini
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    23 Luglio, 2021
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Un uomo solo (ma c'è la lupa),

Ennesima indagine del vicequestore Rocco Schiavone, un personaggio singolare, allergico alle regole, fuori dai consueti schemi del “politicamente corretto”, nemico giurato dell’ipocrisia e delle falsità. Non ha quindi vita facile, anche se dotato di un fiuto eccezionale e di una straordinaria abilità nel risolvere casi difficili e complicati. Siamo ovviamente ad Aosta, e le indagini in cui sono coinvolti i poliziotti locali sono due, la prima apparentemente più semplice, la seconda scottante e pericolosa, dato il coinvolgimento di alte cariche dello Stato in traffici illeciti. Nella prima indagine, si parte dal brutale assassinio di una famosa storica dell’arte, Sofia Martinet, esperta in Leonardo da Vinci e ben nota a livello internazionale. I sospetti puntano sul figlio, un poco di buono, in rotta con la madre e responsabile anche del furto di alcuni testi antichi scomparsi dalla casa materna: ben presto però, il vero autore dell’omicidio, mosso da rancori e gelosie, sarà inchiodato alle sue responsabilità dalla pazienza e dalle minuziose indagini del vicequestore Schiavone. Ben più intrigante l’altra indagine, che impegnerà Rocco Schiavone ed i suoi poliziotti su vari fronti, un’indagine che scoprirà vecchie collusioni tra malavita e personaggi d’alto livello, implicati in un traffico di droga e in vari omicidi. Schiavone mette qui a repentaglio la sua vita, resiste a ricatti d’ogni genere, a testa sempre alta: sembra perdere però la speranza in certi valori per lui sacri (l’amicizia, la fiducia nell’amico di una vita) proprio quando scopre che il suo più caro compagno d’infanzia, da lui aiutato in momenti difficili, era sempre stato schierato con i malavitosi. Ed è commovente la conclusione del romanzo, quando Rocco Schiavone, chiuso in ufficio, “percepisce che un pezzo della vita se ne è andato” ed ai suoi che vanno a cercarlo dice “ … non siamo amici, non lo siamo mai stati. Ma la sapete la cosa strana? Mi siete rimasti solo voi. Per quanto sia dura e difficile ammetterlo, non ho altri che voi…”.
Una volta di più, Manzini sa rendere straordinaria e unica la figura di questo singolare vicequestore, un lupo solitario, un uomo dal passato burrascoso e dalle amicizie discutibili, un poliziotto affaticato dagli anni e da esperienze laceranti, sempre ben fermo nelle sue convinzioni anche contro forze potenti e occulte di un sistema corrotto e corruttibile. Rocco Schiavone è un uomo solo, dopo tentativi falliti con un’amica giornalista che tenta più volte di introdursi nella sua vita cercando approcci che falliscono sul nascere. Una lupa è la sua migliore amica, uno spinello (li tiene nascosti in un cassetto chiuso a chiave) è un’occasionale oasi di serenità. Difende strenuamente i diritti civili, rincuorando un suo poliziotto che si dichiara gay, critica e non comprende certe credenze religiose: insomma, un uomo libero, convinto che ognuno debba vivere la sua vita come meglio gli pare.
Il romanzo, a parte qualche lungaggine investigativa nella seconda indagine, si lascia leggere piacevolmente. Siamo al diciassettesimo episodio della serie, e si capisce bene quanto l’autore si sia affezionato al suo amato protagonista e alle magiche ambientazioni in una Aosta ovattata, dove la neve la fa sempre da padrona.



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Altri episodi su Rocco Schiavone, di Antonio Manzini.
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