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La misura del tempo
 
La misura del tempo 2021-06-25 15:59:46 Lady Brett Ashley
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4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
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5.0
Lady Brett Ashley Opinione inserita da Lady Brett Ashley    25 Giugno, 2021
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"Il Signore del Tempo"

In genere non amo la serialità, la letteratura d'evasione non mi interessa-il divertissement pascaliano lo cerco altrove-diffido costituzionalmente dai casi editoriali e vi applico un rigoroso esercizio di dubbio metodico eppure questa è l'eccezione che conferma, la fa vacillare problematizzandola .Una donna, una persona ambigua e sfuggente, un vecchio amore, ricompare nella vita di un avvocato, attento ma insicuro (i due ritratti sono delineati con grande maestria) e gli chiede di difendere suo figlio, imputato di omicidio. Da qui si dipanano due storie, costruite in un montaggio alternato, alla Griffith, verso il passato di quell’amore e il futuro della sentenza attesa. Una sapiente costruzione, in cui si riflettono le inquietudini del nostro tempo, e il cui protagonista è proprio il tempo (donde il titolo), che si incarica di trovare una soluzione alle due storie. Dal processo emergerà una nuova verità, ma non un nuovo colpevole, che sarà alla fine individuato in altro modo. Sotto queste vicende si nasconde un vero e proprio “conte philosophique”. Dietro l’apparenza del “giallo” si celano insegnamenti profondi: la pluralità dei punti di vista; i diversi modi in cui si presenta la realtà; l’invito a dubitare della verità stessa. Due citazioni, una del capolavoro di Kurosawa e una di Canetti, in pagine diverse, rafforzano queste conclusioni. Carofiglio si conferma come una delle voci più importanti della narrativa italiana.» Queste le parole di accompagnamento di Sabino Cassese alla candidaturà allo
Strega dello scorso anno:trovo che alcunché estrinsechi con maggiore efficacia di sintesi e pregnanza espressiva lo stile ed il nucleo contenutistico del romanzo. Questa è una di quelle storie in cui le latenze vibrano, pungolano, insinuano dubbi, eccitano la capacità immaginativa di una lettrice che sente un sostrato di parole che giace oltre, sotto o forse dentro le parole scritte, il non detto che scalpita, erompe debordante ma si ferma ad una scomposta intuizione.C' è una cifra di sadismo mistificatorio in questo libro, un'alternanza di registri che confonde, avvince accostato ad un intenzionale spinta verso il basso, la superficie, la banalità eppure solo apparente, necessario intervallo a qualcosa che disturba, fa male.Mi piace cenare con gli amici. Allora perché debbo morire?Questa frase icastica, spietata contrassegna l'inizio ed ancora Pochi mesi prima di morire mamma ha detto una cosa che mi ha lasciato sbigottito, mi ha detto:-Ha detto che le era difficile immaginare il mondo senza di lei. Quando sei giovane e pensi ad un tempo e ad un mondo senza di te, la cosa non ti turba erché la storia sembra dotata di una direzione implicita che porta fatalmente al momento in cui sei tu a irrompere sulla scena. Il mondo senza di noi prima di noi è una lunga fase preparatoria. Il mondo senza di noi dopo di noi invece è semplicemente il mondo senza di noi. Finché appare lontano riusciamo a placare l’angoscia dell’idea. Ma io so che fra qualche settimana, al massimo qualche mese, non ci sarò più e il mondo continuerà a esistere, senza nemmeno una increspatura. Senza nemmeno un sussulto. Voi piangerete, ma poi dovrete occuparvi delle questioni pratiche e smetterete di piangere. E comunque sarete sollevati che questa sofferenza non ci sia più. Potrete distogliere lo sguardo e occuparvi di vivere. Come è giusto. E tutto sarà finito.Un romanzo sul tempo, sulla nostra incapacità di reificarlo senza ricorrere a metafore, simboli quantificazioni misure: esso esiste, persiste indefesso, spietato eppure ignoto, impalpabile; più vicino al sensibile che al tangibile. E poi Lorenza Delle Foglie la quale incarna la misura stessa del tempo, una donna estremamente affascinante, polarizzante, uno sguardo in equilibrio fra malinconia ed arroganza, con lo stesso irredimibile atteggiamento: disinteresse verso gli altri, totalmente concentrata su se stessa, pervasa da un pervicace. risentimento verso il mondo incapace di riconoscere il suo talento; spudoratamente ambiguofobica secondo la fortunosa espressione di David Foster Wallace.Sembrerebbe la descrizione di una personalità orrifica, ripugnante di quelle da tenere a debita distanza giacché incapaci di ascoltare, incontrare, veramente una qualsivoglia forma di alterità. Eppure( quant'è bella questa congiunzione avversativa!) la fascinazione che Lorenza ha emanato e continua seppur diversamente ad emanare su Guido si spande anche su chi legge. Dirò di più credo eziandio di essermi talora riflessa( da irrecuperabile bovarista quale sono) in questa donna schematica, egoica; credo che ci accomuni la propensione perniciosissima ad eludere tutte le zone d'ombra, gli assottigliamenti del vero e del giusto, la spasmodica brama di "un centro di gravità permanente" di staticità, stabilità, certezza, nitore; quel desiderio che rende tremendamente vivo quel "Siede la terra dove nata fui". Un limite forse, sempre più evidente in una società mutevole, fluida, flessibile; eppure credo che in tal caso le ragioni di questo atteggiamento vadano rintracciate nella disposizione d'animo con cui si guarda al proprio sé ed in tal caso ci si arrabatta come meglio si crede, o forse nell' unico modo in cui effettivamente si può. Confesso che per quanto stia provando a ricredermi subisco moltissimo il fascino delle persone fedeli a sé stesse, certamente non scevre di contraddizioni, di "moltitudini", che pure rifulgono in una coerenza interna che le assomma tutte a figurare uno screziato disegno musivo. Frammento indimenticabile, forse quello che maggiormente disvela la trama occulta al romanzo la fantomatica descrizione del "Signore del tempo"le cui fattezze oscillavano fra lo spaventapasseri e l'uomo di latta del Mago di Oz(il primo libro che Lorenza dice di aver letto che è curiosamente per me uno dei primi libri per cui mi sia balenato il pensiero che potesse dire qualcosa che valicasse il confine della parola scritta, suggerendo simboli, evocazioni, traslazioni, metafore)quel granitico Chi lo sa come finiremo? cui segue la consapevolezza che Comunque tutto questo,-fece un gesto vago che alludeva al mare, alla notte, ma anche al vino, al fumo, a noi due, a qualsiasi cosa,-non ce lo potrà più togliere nessuno. Nostro per sempre. Non so, forse l'ho un po' sopravvalutato, forse debbo dar ragione. al caro Leopardi quando chiosa"Mettendomi a leggere coll'animo disposto, trovava tutto gustoso, ogni bellezza mi risaltava all'occhio, tutto mi riscaldava e mi riempieva d'entusiasmo, e lo scrittore da quel momento mi diventava ammirabile ed io continuava sempre ad averlo in gran concetto. In questa tal disposizione forse il giudizio può anche peccare, attribuendo al libro etc. quel merito che in gran parte spetta al lettore."Eppure, quando ho realizzato di arrivare alla conclusione del libro dapprima ho divorato famelicamente le ultime pagine, poi di colpo le ho risfogliate freneticamente alla ricerca di nuove. E lo credo -soggettività a parte-un dato piuttosto significativo.

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Ciao, Maria Teresa.
Anch'io non amo affatto la letteratura cosiddetta 'di genere' , né quella seriale, né quella d'evasione.
Non ho mai letto, pertanto, questo autore, avendolo mentalmente collocato fra le prime due categorie menzionate.
Ovviamente possono esserci delle eccezioni. Colgo il tuo deciso apprezzamento per questo libro.
Certamente Carofiglio è un uomo intelligente, colto e, penso, sensibile. Ciò evidentemente fa la differenza.
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