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Tutto muta, nulla muta
Massimo Carlotto ha scritto numerosi romanzi tra cui: Arrivederci amore, ciao; L’oscura immensità della morte, La signora del martedì. E’ l’inventore del personaggio investigatore Marco Buratti, detto l’Alligatore. Ora torna in libreria con E verrà un altro inverno.
Un libro che si legge con piacere. Un ritratto puntuale e anche un po’ amaro sulle condizioni di vita di certa provincia italiana.
Racconta, con uno stile preciso quanto scarno che colpisce per l’assenza di emotività, la vita di un piccolo paesino di provincia del Nord, dove chiunque entra a far parte della comunità viene definito e trattato come “uno straniero” da tenere a bada. E’ quanto accade a Bruno Manera, ricco imprenditore, che sposa Federica Pesenti. Lui:
“Era un uomo abbastanza colto e dai gusti raffinati nel campo enogastronomico e della moda. Requisiti fondamentali per frequentare certi ambienti senza essere scambiati per arricchiti o pidocchi rifatti, come si usava definirli.(…) non era uno spilungone ma nemmeno basso, occhi nocciola, un ciuffo di capelli sale e pepe sulla fronte alta, un sorriso accattivante.”
Lei, erede di una dinastia di imprenditori, molto considerati, anche se nei contenuti non poi così ricchi a causa di speculazioni economiche sbagliate, ma facente, comunque, parte di quella che è considerata:
“L’elite dei capitani di industria, detto dei “maggiorenti”,
Federica trentenne, è molto più giovane di lui, e un insieme di motivazioni lo rendono particolarmente avverso a tutti. La situazione precipita quando Bruno Viene brutalmente aggredito, e nessuno mostra solidarietà nei suoi confronti, neppure la moglie. Anzi, lo accusano, velatamente, di essersi arricchito illegalmente e di aver portato il crimine in un paese molto tranquillo. L’unico ad aiutarlo è Manlio Giavazzi, vigilante della locale banca. Chi è costui? Un uomo
“Che si portava addosso la croce di un passato che nessuno voleva condividere, soprattutto senza il conforto di una solida situazione economica.”
Che cosa ha in mente il vigilante? Perché cerca di risolvere tutti i suoi problemi? A cosa mira veramente?
Massimo Carlotto scrive un romanzo che colpisce duramente. Splendido e capace ritratto di un microcosmo, dove tutti gli esseri umani hanno qualcosa da nascondere, dove regna incontrastato un clima di ipocrisia e di grettezza mentale inverosimile. Uno spaccato di provincia che suscita nel lettore un profondo senso di sgomento:
“Da quelle parti si badava al sodo anche quando ci si ammazzava, sentimenti e passioni non avevano mai scatenato pulsioni omicide. “
Una trama ricca di colpi di scena , personaggi perfettamente delineati, e uno stile arguto e preciso caratterizzano un romanzo che parla di attualità, che trascina il lettore in atmosfere noir che non concedono scampo. Perché:
“verrà un altro inverno”,
e tutto cambierà, per non cambiare niente. Intenso, particolare, annientante.
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Ho avuto modo di apprezzare la scrittura di Carlotto grazie a "Cristiani di Allah". Terrò presente questo nuovo titolo.