Dettagli Recensione
Top 10 opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
La colpa che non c'è e la sua espiazione
Nicoletta Verna è nata a Forlì, ma vive a Firenze, dove si occupa di comunicazione e web marketing nel settore editoriale. E’ autrice da saggi e di volumi su media e cultura di massa e ha insegnato Teorie e tecniche della comunicazione presso diversi atenei e istituti italiani. Il suo romanzo d’esordio si intitola Il valore affettivo, ed è pubblicato dalla casa editrice Einaudi. Narra una storia che colpisce al cuore e nel profondo.
E’ la storia di una donna, Bianca. Un passato tragico la segna irrimediabilmente. La morte della sorella Stella. Stella era tutto. Tutto ciò che non era lei. Un punto d’appoggio, sempre serena e coscienziosa, altruista. Non aveva difetti né pecche. Fino alla “disgrazia”, all’incidente senza ritorno. Dopo di che nulla è più. Ma Bianca ha solo sette anni e la sua famiglia non c’è più.
La madre che prima gestiva una lavanderia, la chiude ed inizia a far uso smodato di psicofarmaci.. nel primo anniversario della morte di sua sorella Bianca trova la madre nella vasca da bagno con le vene tagliate. E’ solo il primo di tanti, vani, tentativi di suicidio. Il padre cerca di resistere fino a che lei diventa un po’ più grande, e poi emigra in Svizzera. Lei è sola a combattere con i fantasmi e con la pazzia materna. Decide di andare a studiare a Milano, dove incontra Carlo, promettente professore di cardiochirurgia. Così si fa strada nella mente di Bianca un folle quanto astruso progetto: rinascere finalmente tramite la devozione assoluta verso quest’uomo, che diventa un mero strumento per espiare una colpa, che in realtà non c’è. Riuscirà Bianca nel suo intento? Lei, che non sente più nulla, che non prova emozioni, che divide il mondo sentimentale esattamente come fa per la raccolta indifferenziata, ha ancora una chance di vita?
Un romanzo profondamente introspettivo, racconta una vicenda che entra nel cuore del lettore, alternando racconti di vita presenti e del passato in un unicum totale. Colpisce il ritratto di Bianca, protagonista del libro, che non sente più nulla, una maniaca compulsiva tanto lucida quanto fredda, per la quale:
“il mio corpo è come il mio cuore: riesce ad abituarsi a qualunque dolore.”
E’ una sofferenza urlata, tacendo, quella di Bianca. E l’autrice riesce in una narrazione che risulta, in ultimo, di grande qualità. Con uno stile forse un po’ freddo ed asciutto, ma sempre preciso, puntuale, colto e raffinato; l’autrice scava a fondo nell’animo umano dei personaggi, fornendo, così, una narrazione di grande pregnanza e di grande intrigo. Il romanzo ha avuto una menzione speciale della Giuria Premio Calvino 2020, ed è più che meritata. Una lettura molto adatta a chi ama leggere di vicende familiari, di scavi introspettivi, di follia, di lutti e di tragedie. Un romanzo dai forti connotati psicologici.
Indicazioni utili
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |