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Un dolore immenso
Maurizio De Giovanni fornisce al lettore più affezionato un’altra avventura di una sua felice creatura di carta: Sara Morozzi , intitolandola Gli occhi di Sara. Un giallo di classe, ben scritto e colto, ma, a mio modesto parere, privo di quel distinguo che invece caratterizza la produzione narrativa precedente dell’autore.
Come sono gli occhi di Sara e perché attraggono irrimediabilmente?
“Erano azzurri con una sfumatura di verde, limpidi e chiari e tuttavia ingannevoli e profondi. Avevano qualcosa di ipnotico, di attraente e insieme di respingente. “
Da quegli scaturiva uno sguardo. Uno sguardo per cui:
“Il resto rimaneva congelato in quello sguardo ch squarciava tempo e spazio. “
In questo caso Sara è preda della disperazione più nera: il suo nipotino sta morendo, affetto da un tumore irreversibile. Si può tentare il tutto per tutto, ma solo un uomo è in grado di operarlo, superando i rischi annessi e connessi. Ma lei quell’uomo lo conosce già, e proviene da un passato che non perdona. La sorte del piccolo Massimiliaano è così già segnata? Per colpe non sue?
Maurizio De Giovanni,
“Scava tra le pieghe della nostra Storia recente e racconta gli inconfessabili segreti di Sara, come non l’abbiamo mai vista. Perché, per la prima volta, gli occhi della donna impenetrabile tradiscono un dolore misterioso e svelano la sua più sincera umanità.”
Bella, come sempre, è l’immagine di questa donna che riesce a rendersi invisibile, ma al contempo ben presente in modo profondo. La disperazione, il dolore che si respira colpisce con rara maestria. Ciò che non mi ha convinto è una sorta di appiattimento generale del narrato, dove si comprende molto presto il proseguo. Per il resto una lettura di pregio, un narrato profondo e preciso. A parte il dolore reso con rara maestria, nulla di più. Peccato.