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Perché no?
I personaggi sono quelli di sempre: Carlo Monterossi, autore (pentito) della fortunata trasmissione televisiva “Crazy love”, ideatore di quella tv spazzatura e voyeuristica fondata sul cinismo e le disgrazie altrui. Oscar Falcone, l’amico che ha fatto dell’investigazionei privata una professione ed i sovrintendenti di polizia Ghezzi e Carella perennemente ingastriti da indagini complicate dalle quali non si cava un ragno dal buco. Anche la location è quella di sempre: quella Milano indaffarata e distratta che riempie le pagine della cronaca nera, la città che “galleggia su un mare sotterraneo di soldi….Tutti i traffici sono qui, gli affari migliori….c’è tutto, c’è la prostituzione, poi c’è il gioco d’azzardo, le scommesse, la droga”.
Di diverso però ci sono i cosiddetti “tempi nuovi”, perché “una volta quel crinale tra guardie e banditi, tra bene e male, era sottilissimo, una lama, e ora è come un sentiero di montagna”. Perché i tempi nuovi sono quelli in cui la spregiudicatezza, l’esasperante ricerca di denaro facile la fanno da padrone, quelli in cui anche la “middle class” produttiva che ha sempre lavorato onestamente nell’ombra, che si è sempre guadagnata lo stipendio col sudore e la fatica, un bel dì decide di varcare quella soglia senza sensi di colpa e passare così dall’altra parte della barricata pur di cambiare la propria vita . Sono i tempi in cui “si dicono in pubblico parole che una volta ci si vergognava a pensare in privato, il "perché no?" sostituisce il "perché no". I tempi nuovi sono anche quelli nei quali il figlio di papà stalkerizza e “bullizza” i suoi coetanei, minacciando di mettere on line video dal contenuto riservato.
Robecchi riesce a cogliere le sfumature della nostra epoca confezionando un noir assolutamente non scontato, nel quale non è poi detto che alla fine la giustizia trionfi e come accade nella realtà sono i più furbi e spregiudicati, i più potenti (e violenti) che riescono a farcela. Per raccontarcelo si avvale dei suoi protagonisti, in cui la figura di Monterossi con le sue piccole tragedie quotidiane, con i suoi problemi lavorativi e relazionali, palesa quel senso di estraneazione e di spaesamento così comune a molti di noi.