Dettagli Recensione
Commento
Leggendo Longo si ha di fronte uno scenario completo e variopinto degli ingredienti che rendono o meno piacevole un libro, esaminiamoli uno per volta: ambientazione Torino dei tempi appena passati, bella ricca eppur già decadente, descritta bene e si sente con sentimento. Trama coinvolgente e ben dipanata, colpi di scena non mancano e si respira l'attesa della mossa di uno o più interpreti. Personaggi qui si apre la diaspora fra chi ama e chi detesta Longo (almeno questa è la mia opinione), gli interpreti dei romanzi sono principalmente tre o quattro (Bramard, Arcadipane; Isa, forse Ariel) tutti sono troppo sopra le righe per un verso o per l'altro (Bramard ascetico al limite della noia, Arcadipane, troppo menefreghista verso se stesso mangia e vive come se dovesse morire domani o forse è già morto e non lo sa, Isa bella scorbutica trasgressiva e troppo geniale per diventare quasi antipatica per le sue troppe doti, Ariel colta cinica sprezzante del mondo e della sua malformazione, gestisce i sentimenti altrui dall'alto in basso, senza mai far apparire i suoi) una rassegna di persone che normalmente non s'incontrano nemmeno vivendo 200 anni eccoli tutti riuniti amici a risolvere casi impossibili per le menti umane normali. Questo lo scenario dei romanzi di Longo che però nell'insieme sono scorrevoli e in grado di rendere piacevoli i momenti di lettura.