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Una matrioska di storie gialle
Torna il commissario Bordelli, felice creatura di Marco Vichi, ne Un caso maledetto. Un libro dalla lettura accattivante, ricco di tante storie curiose e ai limiti, e di tanto tanto mistero.
E’ un freddo gennaio del 1970, e il commissario Bordelli è alle soglie della pensione. Malinconico, pensa ai casi rimasti irrisolti della sua carriera, che in realtà sono poi soltanto due, e al suo passato di combattente in una guerra difficile contro i nazisti. Un omicidio lo scuote nel profondo: un omosessuale, nato a Firenze, il ricco conte Alderigo Bonsanti Della Spada, viene ucciso nel suo monumentale appartamento. E’ una esecuzione in piena regola. Il conte settantacinquenne aveva “il vizietto” ed era solito registrare su di un magnetofono i suoi incontri di piacere con giovani ed aitanti ragazzi. Anche l’ultima registrazione vede l’omicidio, brutale e malevolo, raccontato in diretta. Colpevoli quattro ragazzi privi di scrupoli e di pietà. Per il commissario non sarà facile giungere al disvelamento della verità perché si scontrerà contro un muro pesante di omertà, e di facili perbenismi che circondano la vicenda.
Ho ritrovato, nella lunga lettura, il solito commissario, amante dei deboli e dei diseredati, malinconico, che compie lunghe e meditative passeggiate nel bosco con il suo cane Blisk, con un rapporto un po’ strano con la ex prostituta Rosa. E poi c’è l’organizzazione della famosa cena fra soli uomini, con il colonnello Arcieri, creatura di Leonardo Gori, il cognato del commissario, l’estroso Dante, il medico legale. Ognuno di loro racconta una storia diversa, ricca di fascino, curiosità e mistero. Ne consegue necessariamente una lettura prolissa, ma ricca di stimoli e di interesse narrativo pregnante e di gran pregio. Una scrittura coinvolgente, precisa, puntigliosa nelle descrizioni ambientali e dei personaggi ne completano il quadro di narrazione. Buona lettura.