Dettagli Recensione
Penelope Spada
«La nonna diceva che le cose più stupide le fanno le persone più intelligenti. Le persone molto intelligenti fanno errori catastrofici non nonostante la loro intelligenza, ma proprio a causa della loro intelligenza.»
E questo Penelope Spada lo sa molto bene, lei che in un’altra vita è stata Pubblico Ministero, lei che proprio per un misterioso fatto del passato ha perso tutto e trascorre le sue mattinate milanesi tra caffè corretti con Jack Daniel’s dopo nottate perse con uomini sconosciuti e che mai più incontrerà. Quando Zanardi, giornalista con il quale ha collaborato spesso negli anni dei tribunali, manda al suo cospetto Mario Rossi, ella sa che le sue giornate prenderanno una piega inaspettata. Perché tra sigarette, uomini e drink con cui anestetizzare la mente, quel caso solleticherà la sua curiosità, la porterà ad indagare. Quell’uomo, indagato per la morte della moglie Giuliana Baldi e di poi scagionato con una archiviazione, vuole che a suo carico non esista alcun dubbio di possibile colpevolezza non tanto per se stesso quanto per sua figlia adesso piccola ma che un giorno sarà grande e vorrà conoscere dell’omicidio della madre e non dovrà avere dubbio alcuno sulla possibilità di un coinvolgimento del padre.
«Lo so benissimo che i sogni ci sono comunque, anche se uno non se li ricorda. Ma si può dire che una cosa esiste se nessuno la percepisce e nessuno la ricorda? Soprattutto se non è una cosa ma solo una fugace rappresentazione della mente che dorme? Non lo so, ho molti dubbi.»
Tutto ha avuto inizio in quel 13 ottobre 2016 quando Giuliana, istruttrice di fitness e personal trainer, non aveva fatto rientro a casa. La denuncia in questura era valsa a poco; il corpo della donna era stato rinvenuto il giorno seguente, nel pomeriggio, alla periferia di Rozzano. Il cadavere, rinvenuto da un pensionato che stava portando il cane a fare una passeggiata, presentava un colpo d’arma da fuoco alla testa e tanto era chiaro che quello non era il luogo del delitto essendovi la stessa stata trasportata, tanto era chiaro che la ratio della morte era proprio quel colpo di pistola calibro 38. Unico sospettato, il marito. Il caso era stato archiviato con la motivazione che non sussistevano motivi per procedere ma che comunque a suo carico sussistevano “inquietanti” sospetti a causa, appunto, di mancanza di ipotesi alternative. È questo “inquietanti sospetti” che non offre tregua all’uomo che non vuole che un domani la figlia possa anche solo lontanamente pensare che sia stato lui a privarla della madre. Da qui la richiesta di aiuto a Penny preceduta sempre dal suo intuito e impiegata in alcune investigazioni private in ambito coniugale. Ed è ovvio che la sua curiosità è forte, troppe sono le incongruenze evidenziate negli atti, il non fatto. L’indagine ha inizio e porterà alla risoluzione di un buon arcano che non mancherà di solleticare le corde dei lettori appassionati di gialli giudiziari e di Gianrico Carofiglio.
«Quella lucidità avrebbe dovuto infastidirmi o peggio. Invece no. Forse perché non sembrava, come in tanti altri casi del passato, freddezza e oscena insensibilità. Piuttosto una manifestazione dello spirito di sopravvivenza, di adattabilità istintiva agli eventi. Una cosa certamente non morale, ma nemmeno immorale. Sopravvivenza.»
Un titolo rapido è l’ultima opera a firma Carofiglio, uno scritto che si legge in pochissime ore e che si presenta quale il primo episodio di una nuova serie con una nuova protagonista. Ed è proprio Penelope il punto di forza o di debolezza del libro perché o la si ama, o la si odia. La dottoressa Spada è una antieroina, non è l’eroe per eccellenza retto e puro a cui siamo abituati nei romanzi. Sbaglia, è una figura contraddittoria (mangia sano e bio, fuma e beve come se non ci fosse un domani), non riesce a dimenticare quel che è stato, non riesce a farci i conti, è un’anima dolente. Da un lato attrae, dall’altro può respingere. Il suo temperamento e il suo carattere sono le maglie principali che spingono la storia.
Lo stile narrativo è rapido, fluido, diretto. Non mancano i riferimenti giuridici e le canoniche delineazioni in ambito legale, spiccano le emozioni e arriva l’umanità della figura della prima attrice. L’elaborato è in un crescendo, l’asticella sale e ben regge anche nell’epilogo che non delude le aspettative perché lineare e in asse con il narrato che lo precede. Non forse il capolavoro dello scrittore ma certamente un giallo piacevole e con un protagonista diverso dai soliti del romanziere con il quale trascorrere ore liete.
Adatto a chi cerca letture non impegnative, da esaurire in poco tempo, ma che abbiano qualcosa da dire e personaggi che parlano da soli. A conclusione della lettura resta la curiosità del sapere come si evolverà la figura della Spada