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La ragazza dal ciuffo viola e l'uomo delle pulizie
“Io sono l’abisso”, così si definisce il protagonista del romanzo, uno dei personaggi più enigmatici ed inquietanti della letteratura gialla più recente. Non ha nome (è “l’uomo delle pulizie”), appare come figura sfuggente, indefinita, senza apparenti legami familiari: viaggia su un Fiorino e, vestito da netturbino, raccoglie diligentemente rifiuti (alcuni li conserva!) dai cestini sulle rive del lago di Como. Svolge la sua routine giornaliera, ripetitiva, oscura, apparentemente apatico e rassegnato. Scopriremo poi che “l’uomo delle pulizie” nasconde un passato sconvolgente. Frutto di una delle tante relazioni di una madre che si svende nei locali notturni, in tenera età viene lasciato solo ai bordi della piscina melmosa, dove tenta goffamente di imparare a nuotare, di un Grand Hotel chiuso da anni. Non solo, ma un certo Micky (il padre?), dopo avergli inflitto violenze fisiche e morali, finirà per soggiogarlo completamente. L’orfanotrofio ed in seguito una strana famiglia lo accoglieranno, fino a quando, dopo avvenimenti agghiaccianti, raggiungerà l’età adulta: subirà sempre il fascino morboso di un immaginario Micky e, immedesimandosi in lui anche fisicamente con trucchi vari, inizierà, frequentando locali notturni di infimo ordine, una vita di delitti e di malvagità. L’altro personaggio chiave del romanzo è “la ragazza dal ciuffo viola”, tredicenne di famiglia altolocata con lussuosa villa sul lago: tenterà il suicidio gettandosi nel lago, ma verrà inopinatamente salvata e tratta a riva dal nostro netturbino, che fuggirà subito dopo.. I due non si dimenticano e si cercano in ogni modo, con motivazioni diverse: la ragazza per cercare protezione da una famiglia che bada poco a lei e da amici che la perseguitano sfruttandola sessualmente e ricattandola con foto proibite, “l’uomo delle pulizie” forse per eliminarla, avendo lasciato tracce della sua presenza. Alla fine, dopo una serie di vicissitudini in cui entrano altri personaggi (un’assistente sociale, Martina, che sperimenterà la malvagità del protagonista, un ufficiale dei carabinieri con problemi matrimoniali, Pamela, una “cacciatrice di mosche”, accanita e tenace in una continua lotta contro le violenze ed i soprusi nei confronti delle donne), ecco l’incontro tra i due, un incontro surreale ed emozionante, un abbraccio soffocante: un desiderio di annientamento, prodromico di un ulteriore delitto o un goffo tentativo di redenzione? Il finale è concitato, forse un po’ affrettato, con azioni a sorpresa che si susseguono rapidamente. Lo stile narrativo, che indulge per più capitoli del romanzo in un’indagine introspettiva dei comportamenti e del carattere dell’uomo delle pulizie, nelle ultime pagine assume il piglio del romanzo d’azione con colpi di scena a ripetizione ed autentici momenti di suspence.
Donato Carrisi è un maestro nel delineare la figura dell’uomo delle pulizie: dall’inizio, allorquando il protagonista “ nato per sbaglio e gettato via come spazzatura” si chiede quale possa essere lo scopo della sua vita, scoprendo che “perfino i rifiuti avevano un valore”, via via fino all’asservimento ad un’ossessione malvagia, che ottenebra la coscienza e cancella i sentimenti, rendendo il protagonista insensibile e disumano, fino a quell’incontro casuale sul lago, un incontro che poteva essere un’ancora di salvezza ma che gli spezza la vita.
Il lago di Como qui non ha i consueti colori vivaci: le acque sono plumbee, le rive anonime, una cappa ineluttabilmente grigia copre tutto, ambiente e personaggi. C’è da riflettere sull’anima umana e sugli abissi in cui può, consapevolmente o inconsapevolmente, scivolare.