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Il lago nero, abisso della mente umana
Donato Carrisi, dopo La casa delle voci edito lo scorso anni, torna in libreria con un nuovo romanzo destinato ad avere un ottimo successo. Si intitola Io sono l’abisso, e colpisce nel profondo il lettore.
Nel suo genere è parecchio innovativo ed avvincente anche se parecchio inquietante e sconvolgente. E lo diventa ancor di più tenendo presente il messaggio finale dell’autore , in cui si afferma che è tratto da una storia vera.
Protagonista in parallelo con la vicenda e i personaggi è sicuramente il lago, metafora del vivere e del sentire degli stessi personaggi. Lago prodromo a
“La quiete dell’abisso. L’immensa calma del fondo del lago”.
Che cosa è l’abisso? Chi lo impersona meglio? E’ forse l’uomo che puliva? Lui :
“Era timido. Micky era espansivo. Lui non era capace di comunicare con la gente. Micky parlava con le frasi che lui aveva sentito per anni dai mosconi che ronzavano intorno a Vera. Micky gli dava qualcosa che altrimenti non avrebbe mai avuto: una vita.”
O è l’invisibile? Ovvero la ragazzina dal ciuffo viola, proveniente da una ricca famiglia del luogo, stolckerizzata da alcuni compagni di scuola, che si getta nelle gelide acque, ma viene salvata da colui che non si immagina mai. O è la cacciatrice di mosche, colei che,
“non aveva paura di invecchiare, né delle rughe, né di ingrassare. Un tempo era stata anche piacente, ma quell’epoca era passata e lei non ne sentiva la mancanza. Per praticità portava i capelli corti. Del trucco, neanche a parlarne. E comprava solo vestiti comodi.”
Quest’ultima, con il proposito di vita di individuare chi è colpevole della violenza contro le donne, che ha in realtà un segreto nel passato da cui non riesce ad emergere, è forse la figura emblematica dell’incedere narrativo. E allora? Come fermare questa escalation di violenze, che vede la sparizione nel nulla di nove donne? Non è forse vero che è sufficiente
“ovunque andrai , ti basterà dipingere una porta di verde ed io verrò da te.”
Un viaggio , profondo e speciale, nei meandri più bui non solo della mente umana, ma anche nei sentimenti e nel vivere umano. Una caduta profonda nel male che trascina il lettore attraverso una prosa precisa, priva di fronzoli, che incute timore ed esprime bene il senso del male e dell’orrido. Particolarmente adatto a chi ama le storie adrenaliniche, nere, ansiose, che incutono timore ed inquietano. Un po’ meno consigliato a chi ama i noir di genere classico, con investigazione e scoperta del colpevole. Qui siamo tutti colpevoli, in varie misure e modi, e tutti innocenti. O no?
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mah... bisogna un po' amarlo. non è del tutto comprensibile a una lettura superficiale, ci devi riflettere un po' sù... comunque rispetto a La casa delle voci è migliore. Personalmente preferisco i noir classici, con l'investigazione, il mistero... qui è molto angosciante ed inquietante....
buone letture a te.
anch'io ero un po' indecisa se leggere questo libro, ma se ho capito bene è ambientato sul lago di Como, in un posto molto caro... sono tanti i motivi per cui scegliamo un romanzo, questa volta mi sa che per me sarà l'ambientazione!
Un caro saluto. Grazie,
Manuela
Ho terminato ieri il libro..non sono riuscita a capire una cosa, se le violenze fatte al bambino, fossero state inflitte dalla mamma dando poi la colpa a “Micky” oppure se è lo stesso bambino ad essersele inflitte, avendo una doppia personalità, vivendo quindi due persone diverse in se’ stesso, come si capisce soprattutto nel finale, quando abbraccia la ragazza dal ciuffo viola e parlando da solo.
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