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Fantasmi del passato
Speranza, illusione, tenerezza, dolore: quante vesti può avere la parola amore? Per Sara, l'amore per il suo capo ha preso le sembianze di una lama, affilatissima, con cui recidere di netto la propria esistenza. Da una parte è rimasto un passato, un marito e un figlio, da abbandonare. Dall'altra un sentimento, intenso e totalizzante, a cui abbandonarsi. E adesso, a distanza di trent'anni da quella scelta, ora che la morte le ha portato via il suo compagno, non le rimangono che i ricordi, a cui aggrapparsi. Cosa succederebbe allora se proprio un ricordo minacciasse di gettare ombre su quel che è stato?
"Tu ignori il pozzo che scoperchieresti, Mora. Non immagini quanti morti verrebbero a visitare le tue notti".
Sara però non è donna capace di tirarsi indietro. Ex-agente dei Servizi, ormai in pensione, dall'abilità quasi sovrumana di capire le persone, leggendo parole mute e interpretando impercettibili segnali del corpo, Sara comincerà a muovere invisibili fili per orchestrare un'indagine capace di dare una risposta a questa domanda: c'era davvero un segreto nella vita di Massimiliano, l'amore della sua vita, colui di cui credeva di conoscere ogni piega, ogni istante?
È questo il perno attorno cui Maurizio De Giovanni fa ruotare tante storie e tanti personaggi. Un uomo a cui rimane poco tempo da vivere e una donna a cui rimane poco tempo per non morire, uniti dal desiderio di aiutare un giovane ragazzo sfortunato. Un poliziotto in pensione in cerca di una verità che metta fine a quell’incertezza che gli ha sbriciolato l'anima. Una ragazza che si è trovata semplicemente nel posto sbagliato, al momento sbagliato.
La trama è sicuramente ben costruita, ennesima prova della straordinaria abilità di questo scrittore, capace di far danzare molteplici fili narrativi senza indurre mai nel lettore una sensazione di smarrimento, anzi, alimentando sempre la curiosità di scoprire come essi si congiungeranno. Vicende corpose e ben amalgamate, intreccio inusuale e ben strutturato, scrittura scorrevole ed efficace, allora perché questa sensazione di insoddisfazione, cosa manca? Napoli, innanzitutto, che pare sbiadire in un'ambientazione alquanto incolore, lontana dai vividi scenari cui l'autore ci ha abituato. E le emozioni. Non è certo facile arrivare al cuore del lettore con una protagonista che ha nella granitica sicurezza e nell'invisibilità le sue note principali, è vero, De Giovanni ha alzato l'asticella, ma, questa volta, il salto non mi è parso del tutto riuscito. Sara rimane distante, avvolta in una nebbia che ostacola comprensione e immedesimazione, una nebbia fatta di capacità al limite del credibile e di giudizi apparentemente privi di dubbi, persino quando devono confrontarsi con i fantasmi del passato.
"Del resto, i fantasmi ingannano il tempo così: raccontandosi storie, in attesa di ritornare in vita. Stai attenta: tu hai ricordi che non puoi permetterti di perdere. E nemmeno di sporcare".
Sarà che i dubbi e le incertezze sono i protagonisti indiscussi del mio quotidiano, ma non sono riuscita a trovare una chiave per entrare in sintonia con lei, e ciò ha sicuramente influito sul mio gradimento complessivo. Eppure. Eppure, avverto in sottofondo che questa nebbia è forse anche uno scudo, con cui Sara si protegge dai propri errori, dalle conseguenze delle proprie scelte, dalla paura di sporcare i propri ricordi, e forse la sua storia avrà molto da raccontare e da comunicare, se vorrà scuotere quest'impalcatura rocciosa con le scosse telluriche delle fragilità umane.
Allora ti aspetto, Sara.
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Ciao Manu.
Fede
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