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Una clinica "speciae" sperduta tra i monti.
Andrea Vitali abbandona, si spera temporaneamente, Bellano, il lago di Como e gli allegri personaggi dei suoi racconti, sorvegliati paternamente dal burbero maresciallo Maccadò, per affrontare un nuovo tipo di narrazione. Si può definire un giallo, un’opera di fantasia, uno strano racconto ambientato in un paesaggio quasi surreale, tra montagne innevate ai confini di un Paese da favola. Poco prima del confine si trova Spatz, un agglomerato di case che sogna un rilancio turistico invernale, ma che langue da tempo con poche prospettive, cullato dal tran tran di una monotona vita quotidiana senza clamori. Qui viene inviato dal capo della polizia di città un investigatore (l’io narrante), sottratto dalla routine di una punitiva scrivania e catapultato tra questi monti sperduti per far luce su un misterioso delitto: l’assassinio della sorella da parte di uno squilibrato, datosi poi alla fuga. Il poveretto arriva di malavoglia ( il suo capo è soprannominato “Maiale” per le fattezze e gli atteggiamenti), alloggia nell’unico albergo del paese, conosce il proprietario, la guardia distrettuale ed uno strano personaggio, Ermini. Costui si trova sul posto per assistere il fratello, ricoverato in una moderna clinica situata subito dopo il confine in una specie di “terra morta”: qui comanda un celebre professore, ritiratosi da tempo in questi luoghi sperduti e famoso per avere trasformato un vecchio sanatorio in una clinica per interventi “impossibili”, ultima speranza per malati dati per spacciati. Accadono cose strane: il padrone dell’albergo sembra sorvegliare l’investigatore, Ermini fa sogni impressionanti , il diario della vittima, sequestrato dal protagonista, contiene frasi strane, avulse dal contesto; non solo, ma la vittima, Ermini e perfino l’investigatore si scoprono capaci di comunicare attraverso il pensiero, telepaticamente. Il presunto assassino viene trovato morto in un crepaccio, il delitto sembra risolto e l’investigatore decide di rientrare in città, con il diario della vittima ed altri reperti che potrebbero riaprire il caso. Ma, ecco la svolta, durante il viaggio viene ipnotizzato , ritrovandosi poi in un luogo ignoto, legato ad un letto ed al buio completo. Inizia così la seconda parte del romanzo: entra in gioco “il metodo” del dottor Fonseca, braccio destro del primitivo professore fondatore della clinica e ormai defunto da anni (la morte è stata tenuta nascosta), un folle chirurgo che, servendosi della clinica e di compiacenti collaboratori, ha organizzato un fiorente e redditizio traffico di organi umani. Si prospetta un’orrenda fine per il povero investigatore, ma un “deus ex machina” lo salverà in extremis.
Che dire? Andrea Vitali se la cava egregiamente anche lontano dall’amata Bellano. La prima parte del romanzo è volutamente lenta, ti chiedi chi sarà mai questo dottor Fonseca, lo stile narrativo è piano, scorrevole, forse un po’ scolastico: il paesaggio sembra idilliaco, persone gentili, ottima cucina, tutti sembrano disposti a collaborare. Poi, tutto cambia: anche lo stile diventa più vivace, convulso, sembra rispecchiare appieno il terrore del protagonista, immobilizzato al buio e prossimo ad un’orribile fine. Vitali se la cava bene anche nell’horror, lasciando fino all’ultimo il lettore in bilico sulla lama di un rasoio, apparentemente senza speranze in una conclusione favorevole per il malcapitato investigatore.
Un’ultima osservazione. Mentre proseguivo nella lettura della parte iniziale del romanzo, ho rivisto con la fantasia (“si parva licet componere magnis”, mi perdoni il collega Vitali !) le montagne di Davos, il vecchio sanatorio isolato dove Thomas Mann ha ambientato il suo capolavoro “La montagna incantata”, ho immaginato l’investigatore di Andrea Vitali novello Hans Castorp scarpinare lungo sentieri sassosi…. Naturalmente solo un flash, ma grazie a Vitali ho rivissuto un bagliore di quelle atmosfere “incantate”, anche se in tutt’altro contesto.
Da leggere e da gustare, senza dubbio.
Indicazioni utili
Oltre, naturalmente per chi ancora non lo ha letto, "La montagna incantata" di Thomas Mann.