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La misura del tempo
 
La misura del tempo 2020-08-08 21:29:52 mariaangela
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
mariaangela Opinione inserita da mariaangela    08 Agosto, 2020
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La musica e i colori e gli odori del tempo

Pasquale e il suo bloc-notes a spirale dalla copertina nera e ruvida e il taglio lievemente colorato di rosso, da cui non si separa mai, acquistati in quella vecchia cartoleria polverosa e fuori moda…potrei essere io…. con i miei evidenziatori e le mie agende e i miei quaderni in cui scrivo e scrivo e scrivo.

Guido Guerrieri e le sue antiche vergogne, il non riuscire a resistere alla tentazione di guardarsi intorno per vedere se qualcuno nota il suo imbarazzo. “Il mio vecchio problema con il giudizio degli altri.”

Lorenza Delle Foglie… un nome che gli ritorna in mente senza riuscire a inquadrarlo. Poi i ricordi ritornano, e anche Lorenza, che non è più lei, non per Guerrieri, e tornano anche quei 25 anni… Il figlio Jacopo è in carcere con una condanna di primo grado per omicidio.

Lorenza, gli anni 80 e quel mondo analogico e rumoroso incrociano i miei ricordi, improvvisamente così vicini che posso davvero sentirli: il rumore del gettone nel telefono pubblico, il ruotare del selettore a disco nel telefono grigio di casa, il rumore dei tasti e del rullo e della levetta per andare a capo della macchina da scrivere, il tac del registratore quando lo facevi partire o lo fermavi…mi ritorna in mente come un lampo l’odore del sapone tra le righe di Erica Jong… sono tornata per un attimo alla fine degli anni 80…

“ Ci ho riflettuto molti anni dopo, esaminando la mia grande difficoltà ad accettare aiuto. Sapersela sbrigare da soli è bene. Credere di doversela sbrigare sempre da soli, senza mai chiedere aiuto, è una debolezza travestita da forza. Se non sai chiedere aiuto, di regola non sai nemmeno cosa fare quando ti viene offerto spontaneamente, quando sarebbe morale accettarlo (e immorale rifiutarlo).”

Classificatosi secondo al Premio Strega, non avendo letto gli altri in gara, ritengo questo non il suo miglior romanzo e avrei difficoltà a nominarne solo uno...di più meritevoli.

Ritroviamo, accanto a Guerrieri, la sua squadra: Consuelo Favia, avvocato penalista; il super fidato Carmelo Tancredi, ex poliziotto; Annapaola, investigatrice privata e …chissà…; Mr Sacco, taciturno e…il vero consigliere.

Quando ho nostalgia, quando desidero ritornare nelle mie lontane emozioni lui è la certezza, sempre, anche di un piccolo emozionante viaggio nel tempo di ciò che è stato, e quando accade è bello riuscire a tornarci con la mente in una maniera così vivida e quasi violenta, come quando ascolti una musica o senti un odore di ciò che è stato.

La fluidità della narrazione non viene meno quando l’autore ci mostra tutta la sua esperienza e abilità in fatto di interrogatori. La sovrapposizione autore-protagonista è totale. Il racconto si legge in leggerezza grazie anche al non detto che aiuta e stimola la curiosità.

Vediamo l'ipotesi alternativa? Esistono più storie plausibili? Qual è l’unica spiegazione accettabile al di là del ragionevole dubbio?

La ricostruzione del processo, la discussione sui fatti inerenti l'omicidio è così ben descritta e raccontata…il quadro indiziario si delinea perfettamente. E le eventuali carenze nell’indagine anche. “ Il funzionario ci ha infatti consentito di comprendere come l'individuazione, da subito, di un'ottima ipotesi investigativa abbia orientato le ricerche in un unico senso, facendo tralasciare ogni accertamento in altre direzioni". Questo è un monito valido sempre.

La spiegazione di “tunnel cognitivo” è…illuminante. Le suggestioni arrivano chiare e nette.

La rieducazione esiste e funziona. Orazio in prigione ha imparato a cucinare ed ora ha aperto un ristorante di pesce. Ecco l’ex magistrato e le sue pillole di saggezza…galera non solo in una accezione punitiva. L’insegnamento possiamo trovarlo dove potrebbe non esserci più speranza, se abbiamo voglia e capacità di catturarlo..

“Rimanemmo un istante senza parlare. Fu forse la mia vecchia paura del silenzio, il mio sentirmi sempre a disagio e leggermente responsabile degli altri, preoccupato di ciò che pensano, a farmi dire una cosa che in realtà non avrei voluto.”

Stiamo leggendo di un processo indiziario. Ma non solo. Il racconto delle emozioni di Guerrieri rincorre quello giudiziario e mi soffermo nella lettura per considerare davvero tutte le sensazioni.

“…dare una forma alla sofferenza, metterla in parole. “

Ma questo romanzo non è solo un legal thriller ben scritto e argomentato, i continui salti temporali in quel lontanissimo 1987, ci parlano di azioni e commozioni e vittorie e sconfitte in cui Guerrieri entra ragazzo e ne esce uomo.

“Mi venne da sorridere.”

“Bello che in città ci sia acqua così, forse significa qualcosa, mi dissi.”

Buone prossime letture.

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