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Anita Bo, testimone del suo tempo
Dopo aver creato la figura di Vani Sarca, molto amata dai suoi lettori, Alice Basso torna in libreria con Il morso della vipera. Fornendo loro il ritratto di una nuova figura, destinata ad avere un gran successo, quello della dattilografa Anita. Ne risulta un libro molto godibile e di una lettura travolgente.
Racconta la storia di Anita, giovane donna, che nel 1935 decide di lavorare per sei mesi prima di sposarsi con Corrado Leone. Fatto di un rilievo inaudito, che non trova appoggio in famiglia, ma Anita continua imperterrita la sua scalata nella vita. Scrivendo a macchina le storie della rivista “Saturnalia” , specializzata nella traduzione in italiano dei gialli americani, si imbatte in un vero e proprio giallo: la morte per morso di vipera di una giovane ragazza. Purtroppo è una morte assai sospetta ed è coinvolto in prima persona un gerarca fascista. Cosa è veramente successo? Riuscirà Anita a scoprire la verità, ottenendo giustizia per lei e per sua madre così affranta? Cosa ne pensa il regime?
Un bel giallo ben costruito. Un romanzo che risale ad un periodo lontano, molto avvincente e documentato su basi e fonte certe, come la stessa autrice afferma al fondo dell’elaborato. Il personaggio è curioso e profondo, molto ben inserito nella realtà in cui vive. Testimone prezioso di un tempo passato, Anita rappresenta ottimamente la condizione della donna in era fascista. Alice Basso, in definitiva, non perde neanche in questo romanzo le qualità che l’hanno contraddistinta nel panorama letterario: l’ironia e la costruzione perfetta di una trama, che non lascia spazio ad inutili tentennamenti. Ottima lettura.