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La missiva
«[…] La vita gli aveva impartito un insegnamento pesante: aveva imparato che di solito, gli altri sono un pericolo, o un problema.»
Quando l’ex Poliziotto Angelo Fusco irrompe nella vita di Davide Pardo con quella strana richiesta, per quest’ultimo è naturale prenderla alla leggera. Non perché non voglia dare rilevanza alla domanda fatta bensì perché non percepisce l’esigenza – e al contempo la fretta – di mettersi in contatto con un uomo in condizioni di salute precarie, Lombardo Antonino, detenuto ricoverato che avrebbe potuto incontrare soltanto per mezzo di intercessione del Prete.
Ecco perché quando Lombardo, di anni sessantasette, affetto da carcinoma primario al polmone destro, versamento pleurico maligno, metastasi accertate ai reni, al fegato etc., muore l’ira dell’ex agente è incontenibile. Con il decesso del detenuto si perdono anche le speranze per arrivare alla verità, per arrivare alla giustizia. Perché Fusco è il fratello di Ada, la giovane studentessa di economia, commessa in una libreria antiquaria, che il 14 maggio 1990 scompare misteriosamente. Di lei, da allora, si sono completamente perse le tracce. Si intuisce che la sua sparizione sia collegata a una lettera, una missiva rinvenuta per caso in un libro venduto da un uomo e ricercato da un altro che si spaccia per presunto padre e che di fatto sembra cercare in verità proprio questa, una missiva il cui contenuto apparentemente innocuo potrebbe non essere tale. Ma cosa è successo davvero alla giovane? Cosa ne è stato di lei? Perché di lei si è persa ogni traccia? E chi era davvero Lombardo?
Sara, al sentire di quel nome, ha un’intuizione. Lei è l’unica che può venire a capo del mistero, un mistero in cui Antonino non è altro che un anello della catena ma non l’unico anello. Riuscirà a far luce su questo?
Con “Una lettera per Sara” Maurizio De Giovanni torna in libreria con un terzo appassionante capitolo dedicato alle avventure di questa eclettica protagonista e lo fa con un titolo che ha molto da offrire non solo dal punto di vista del giallo quanto anche della riflessione. Perché tra tutti i volumi ad oggi pubblicati di questa serie, questo è senza dubbio il migliore e il miglior costruito.
Le pagine scorrono rapide, conquistano e incuriosiscono. L’intrigo è solido, l’intreccio valido e ben articolato. Lo stile fluido e brillante. Da leggere e scoprire.
«Che è sopravvissuto alla morte, ma non è detto sopravviva alla verità.»
Commenti
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Maria, secondo te si può leggere questo pur non avendo letto i primi due della serie?
Manu, buona lettura ☺️
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Fede