Dettagli Recensione
Un noir con temi ad oggi attuali
Metanopoli. Il corpo di Alberta Radelli viene ritrovato privo di vita tra i cespugli da un passante in bicicletta che da oltre cinquant'anni percorre la stessa strada, il caso viene archiviato come un suicidio. Intanto Duca Lamberti, noto medico, dopo aver scontato 3 anni di carcere per aver somministrato la “dolce morte” a una “vecchia e cancerosa”, viene contattato dal suo amico commissario Càrrua, il quale gli chiede aiuto per disintossicare il figlio di un noto imprenditore Pietro Auseri. Pietro descrive il figlio come un vero caso perso, dato che si ubriaca tre volte al giorno, aveva fatto di tutto per farlo smettere, persino prendendolo a colpi di attizzatoio, lasciando segni sulla guancia di Davide Auseri. Mentre raccontava la storia del figlio, a Pietro venne il dubbio che Duca Lamberti non ascoltasse invece lui aveva già capito tutto (in carcere aveva imparato ad ascoltare, i compagni di cella avevano lunghe e bugiarde storie da raccontare) ma il racconto di Pietro nascondeva qualcosa di doloroso. Duca Lamberti decide di aiutare Davide Auseri a disintossicarsi da quel male che lo aveva attaccato. Riesce ad entrare sempre più in confidenza con Davide e scopre che la ragazza trovata morta a Metanopoli, Alberta Radelli, aveva avuto rapporti con lo stesso Davide pochi giorni prima che venisse uccisa. I fatti portano a riaprire il caso e l’ispettore Mascaranti insieme a Duca e Davide si imbattono in una storia che li porterà a fare i conti con organizzazioni criminali che commerciano prostitute e foto pornografiche a livello internazionale.
Prima di Scerbanenco la letteratura gialla italiana era influenzata dai romanzi americani, ma grazie a lui in Italia si iniziò a parlare di noir. Considerato come l'inventore del noir in Italia Scerbanenco con questo
romanzo da il via ad una serie che vedono come protagonista il medico Duca Lamberti, il quale si ritrova
a fronteggiare vari problemi sociali nell'Italia anni 60-70 che ancor oggi sono all'ordine del giorno. A
partire dalla discussa eutanasia, definita “dolce morte” nel romanzo, con la quale Duca Lamberti verrà
radiato dall'ordine dei medici e costretto a scontare 3 anni di carcere, per passare ai problemi di alcolismo di Davide e ai problemi di femminicidio dove le donne vengono usate da uomini (anche se non mi sembra il termine corretto per definirli tali) per il solo scopo di lucro. Fondamentale sarà il contributo di Livia Ussaro che aiuterà per questioni morali Duca Lamberti a scoprire la “tela” organizzativa che si era creata. Purtroppo Livia pagherà caro questo suo coinvolgimento e un amaro nella bocca del lettore rimarrà come i grandi romanzi “neri” di Scerbanenco sanno fare...