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I cariolanti
 
I cariolanti 2020-03-16 16:57:54 ferrucciodemagistris
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    16 Marzo, 2020
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La fame che annebbia la mente

Chi sono i “cariolanti”?; secondo la definizione presente nel romanzo tale sostantivo è, in sintesi, indirizzato a persone scavate fino all'osso, con le braccia lunghe e secche, i capelli appiccicati alla faccia, che vagano strascicando le gambe in maniera distratta ma pronti a mangiare qualsiasi cosa che incontrano. Insomma persone o meglio personaggi tra l'horror e il fantastico facilmente mescolabili a realtà nascoste che si insinuano nelle menti lesionate dai fardelli della miseria e, principalmente, della fame.

E' proprio la “Fame”, con la F maiuscola, la cornice che contorna una trama cruda, con situazioni al limite della ragione ma anche al di là dell'umanità, dove i più rivoltanti pensieri della nostra anima vengono a galla in circostanze sconvolgenti, devastanti, dove l'istinto prevale in maniera feroce, massacrante senza freni inibitori.

Un protagonista, tra altri coprotagonisti minori, è Bastiano: nato in una famiglia a dir poco strana, bislacca, i cui genitori lo costringono a vivere, fin dalla prima guerra mondiale, in un ambiente malsano, lurido, una buca nascosta in un bosco dove la bestialità si eleva in una spirale attonita, sferzante che si prende gioco della razionalità.

La narrazione si esplica in tredici istantanee temporali dalla fine della prima guerra mondiale, quando Bastiano ha solo nove anni, fino alla sua età adulta di oltre i 50 anni, in accadimenti caratterizzati dalla crudeltà, l'irragionevolezza, la perdita dei valori umani e di civiltà; gli episodi narrativi si susseguono in modo galoppante e atroce, e non c'è scampo nell'insana evoluzione del percorso di vita del protagonista.

Un romanzo duro, non facilmente accettabile, che mette in luce tutto ciò che l'essere umano, quando privato dei bisogni primari, è capace e anche costretto, forse, a fare per non soccombere. Prevale l'istinto di sopravvivenza allo stesso livello dell'animale randagio o selvatico che agisce per la propria autoconservazione.
 
 
 

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Commenti

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Ferruccio, sei stato molto chiaro ed esplicito. Questo libro, "non facilmente accettabile", penso non sia proprio nelle mie corde.
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