Dettagli Recensione
Bologna nera
"Blu notte". “L’inverno più nero". È chiaro che a Carlo Lucarelli piacciano le tonalità scure, e scure sono anche le vicende e l'ambientazione di questo suo ultimo romanzo, che ha come protagonista il commissario De Luca.
Ma partiamo dall'ambientazione, che secondo me è l'aspetto più interessante e riuscito del romanzo: una Bologna del 1944 in piena occupazione tedesca; dilaniata dalle bombe; pregna del terrore perpetrato dalle truppe naziste e dai fascisti; soggetta a coprifuoco e a spaventose limitazioni della libertà individuale, sia essa di espressione o di semplice movimento. È in questo contesto che si muove il nostro De Luca, che pur essendo un commissario di polizia viene continuamente bloccato per controlli, guardato con sospetto, intralciato nelle sue funzioni o costretto a far cose che vanno oltre ogni etica o morale .
Le vicende in cui De Luca si trova coinvolto sono ben tre: omicidi a danno di persone piuttosto diverse tra loro: un ingegnere, un professore universitario e, udite udite, un componente delle SS. Forse sta qui il punto debole del romanzo: troppa carne a cuocere; si finisce per perdersi e confondersi tra un caso e l'altro, dando oltretutto l'impressione di non averli approfonditi abbastanza da renderli interessanti. Certo, la bella sensazione che si ha quando tutti i tasselli vanno al proprio posto è comunque presente, ma un po' sfumata dall'impressione che tutto si sia risolto in maniera un po' semplicistica, senza indagini troppo approfondite o colpi di genio veri e propri. Forse De Luca è uno di quei commissari che fanno dell'istinto il proprio cavallo di battaglia a discapito dell'intuizione, ma è chiaro che risulti più interessante un investigatore chi arrivi alle soluzione del proprio caso tramite logiche deduzioni, piuttosto che perché "se lo sente". Certo, non in tutti i casi è così, per De Luca: anche lui fa le sue deduzioni, ma queste non sono mai dei veri e propri colpi di bravura, bensì vengono fuori da semplici interrogatori o indizi piuttosto chiari.
Di contro, devo dire che i personaggi descritti da Carlo Lucarelli, seppure siano troppi in conseguenza dei troppi e diversi eventi raccontati, sono comunque ben caratterizzati. Ammetto che, infatti, gli eventi tragici che travolgono alcuni dei nostri protagonisti e comprimari mi hanno colpito e coinvolto, facendomi capire che tra me e loro s'era comunque creata una connessione empatica.
In conclusione, direi che se Lucarelli avesse limitato gli archi narrativi ne sarebbe risultata una lettura ancor più godibile. Il mio giudizio resta comunque positivo, seppur più concentrato su ambientazione e personaggi e non sulla storia che comunque, in romanzi di questo genere, dovrebbe essere un aspetto fondamentale.
“Ci sono freddi diversi, anche in inverno. Ci sono quelli che fanno male alle ossa, quelli che strizzano la testa e ci sono quelli che bruciano la gola e i polmoni. Ma il suo era un altro, perché non era entrato con l'aria ghiacciata della stagione, e neanche con quella umida di quella stanza gelida e nuda. Veniva da dentro il freddo che gli stringeva lo stomaco e il cuore. Era il freddo della paura.”