Dettagli Recensione
Nella vetrina di giocattoli il treno girava...
Il terzo amore di Giorgio Scerbanenco è stato definito dalla critica del Corriere della Sera come la storia di una madame Bovary milanese.
Elena è un’operaia con aspirazioni artistiche e tendenze bovaristiche. Dopo Giulio, il primo amore dal quale è nato Giovanni (“Quante sciocchezze avrei fatto se non avessi avuto lui”), si concede – non senza resistenze interiori - a Pietro Orsani, rampollo un po’ viziato nella Milano del dopoguerra. Con lui Elena trascorre intensi giorni sulle rive del lago Maggiore, ove il figlioletto vive con una balia. Ma il tradimento è in agguato. Anche in questa occasione Elena viene soccorsa da Margoni, anziano industriale da sempre innamorato di lei. Intanto sulla vita della bella Elena si affaccia Il terzo amore, quello vero e per la vita…
Ambientazione nel dopoguerra milanese e analisi psicologica del personaggio sono gli hatou di questo romanzo.
Giudizio – citazione (manco a dirlo, dalla Madame Bovary di Flaubert): “Nel profondo del suo cuore, aspettava che accadesse qualcosa. Come i marinai naufraghi, rivolgeva uno sguardo disperato alla solitudine della sua vita, nella speranza di scorgere una vela bianca tra le lontane nebbie all’orizzonte… Ma non accadeva nulla; Dio voleva così! Il futuro era un corridoio oscuro e la porta in fondo era sbarrata.”
Bruno Elpis