Dettagli Recensione
Non c'è due senza tre
Triplice indagine del commissario Bordelli, personaggio davvero piacevole, con una naturale tendenza alla solitudine. Una bella storia multipla ambientata in una Firenze degli anni ’60, non così lontana dalla realtà politica e sociale odierna. La città è reduce da una forte alluvione, e questo ricorda tanto i disastri idrogeologici ancora così attuali; le piazze sono invase dai giovani, e il pensiero non può che andare alle freschissime sardine. L’insieme è un bellissimo racconto, dove le indagini passano anche un po’ in secondo piano, perché prevalgono l’italianità, in ogni sua forma, le serate di chiacchiere intelligenti con gli amici, che alleggeriscono l’animo. Il tutto nel fremito della primavera, che alleggerisce l’umore, con una feroce ironia irriguardosa verso la città, con grammofoni e cablogrammi come strumenti di comunicazione che riportano quasi quasi ad un’era da Flingstones. E se è sempre vero che leggere porta in un altro mondo, e ci accompagna a vivere un’altra vita, in questa lettura per me è stato proprio così: l’ho affrontata lentamente, mi sono lasciata prendere dall’atmosfera, dall’ambientazione, sono stata trasportata in una città che non conosco bene, ma che adoro, in anni in cui non c’ero ma che tante volte ho immaginato. E se è spesso vero che il genio è l’assoluto disagio esistenziale che si trasforma in bellezza, questo commissario Bordelli, così solitario e un po’ sognatore, mi ha un po’ conquistato. Peccato solo per il finale…un po’ perché la quarta imprevista indagine rimane sospesa a mezz’aria, un po’ perché viene dato spazio a storie che hanno sviato troppo l’attenzione di un lettore che voleva comunque trovare una chiusura. La copertina è un piacevole schizzo, con colori tendenti al violetto, tratti neri che ritagliano profili architettonici fiorentini.