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Alzati e corri, direttora
 
Alzati e corri, direttora 2019-12-29 16:04:20 Mian88
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    29 Dicembre, 2019
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Elsa e Tommaso, "Il Moro"

La Direttora, Elsa Guidi, di anni quarantasette, con un marito affettuoso ma distratto, due figli adolescenti, un gatto e un cane, comincia la sua giornata con almeno tre cambi di scarpe. Il primo, per alzarsi, il secondo per indossare le calzature da running, il terzo, un obbligatorio tacco alto, per recarsi in ufficio. Capo da un paio d’anni della “Piazza”, il quotidiano pisano con sede sul Lungarno di fronte alla chiesa di Santa Maria della Spina, ella comanda in modo integerrimo i suoi collaboratori ed è consapevole di aver fatto “il colpaccio” con l’assunzione di Tommaso Morotti, detto “il Moro”, cronista della nera, livornese di scoglio e pisano per lavoro, giovane sveglio, con due occhioni neri più efficaci di un radar, nemmeno un filo di pancia e nient’altro che una calamita che assorbe più degli altri e scrive pezzi che arrivano al cuore. Di anni trentatré, ha un fiuto da vendere. Quando in una bella mattina di primavera, un giovane elettricista precipita dal terrazzo di un condominio in centro, apparentemente suicidandosi, egli è chiamato a scavare. Come una trivella. Qualcosa non torna nella ricostruzione della vicenda, qualcosa non torna nel decesso dell’uomo. Direttora e nerista inizieranno una vera e propria corsa contro il tempo per far chiarezza sul fatto e arrivare a sciogliere la matassa che cela la verità.
Con “Alzati e corri, direttora” Silvia Volpi fa il suo esordio in libreria con un giallo brioso, accattivante e di facile e rapida lettura. Il testo conquista sin dalle prime pagine essendo caratterizzato da uno stile narrativo seducente e dal mix di personaggi ben costruiti e fatti ben esplicati. Elsa è in particolare un personaggio che affascina e che è delineato con particolare attenzione e meticolosità. Dal suo essere, chi legge, fa un vero e proprio tuffo nel mondo del giornalismo e ha modo di interpretare la prospettiva che è abituato a conoscere dall’esterno intuendone anche i meccanismi principali. Dal punto di vista del giallo, il ritmo è serrato e i colpi di scena si susseguono con naturalezza ma mai senza eccedere e cadere nello scontato o nell’irreale. Trivellano, i due. Trivellano senza sosta e senza remore perché il nuovo giornalismo è questo, una ricerca continua nel profondo e una lotta contro il tempo.
Un romanzo, ancora, che non tralascia l’aspetto emotivo e più umano e che tocca anche tematiche inerenti alla giustizia con tutti i suoi pro e contro.
Un elaborato da leggere e da scoprire con sincera curiosità in attesa dello, speriamo prossimo, secondo capitolo.

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