Dettagli Recensione
"Pareva, ma non era così"
La storica nascita del commissario Salvo Montalbano, datata 1994.
Stranamente non è stato il mio primo romanzo di Montalbano, preceduto da "La voce del violino", letto e recensito mesi fa e quarto in ordine cronologico della lunga e apprezzata serie.
Una lettura che mi aveva spinto a recuperare il tempo perso e ad acquistare i precedenti testi.
Primo fra tutti, "La forma dell'acqua".
Gli elementi che decreteranno ben presto il meritato successo della serie sono già tutti presenti.
Da Vigata, immaginario e pittoresco comune siciliano, fino al celebre e inconfondibile registro linguistico caratterizzato dall'uso vivace e colorato di termini dialettali, alcuni dei quali inventati dallo stesso Camilleri.
E poi i personaggi, brillantemente descritti dall' autore e resi successivamente ancora più riconoscibili e caratteristici dalla fortunata versione televisiva. Dall'istrionico Mimì Augello all'imbranato Catarella fino all'efficiente e fedele Fazio, per non parlare della bellissima Ingrid Sjostrom, svedese conturbante e disinibita, e dell'eterna (già all’epoca) relazione a distanza con la fidanzata Livia.
La vicenda, ben nota, inizia con il ritrovamento del cadavere dell'illustre ingegner Luparello. Da parte di due "munnizzari". In una zona malfamata, detta la "mannara".
E ovviamente un investigatore acuto come Montalbano non riesce a credere che un personaggio in vista come Luparello possa essere stato tanto sprovveduto da morire durante un focoso e pericoloso incontro con una prostituta, come si vuole far pensare.
Emergono fin da subito il carattere forte del protagonista, dotato di un’ampiezza di vedute tali da suggerirgli di non fidarsi mai delle semplici apparenze, il suo personale senso della giustizia, dell'etica e del buon senso.
Camilleri mostrava già nel 1994 abilità importanti nella costruzione di storie godibili e ironiche, tanto che si percepisce come la successiva trasposizione televisiva non debba essere stata troppo difficoltosa data la qualità della scrittura e la pulizia dell'intreccio.
E oltre a questo si aggiunge il fatto, immutato anche nei successivi romanzi, che quando Montalbano mangia avidamente le succulente pietanze preparate dalla domestica Adelina, una vaga sensazione di acquolina in bocca è sempre garantita. E di questo non ci si può mai lamentare.