Dettagli Recensione
Triplice investigazione per Bordelli
«A volte quello che manca è più importante di quello che si trova»
Torna in libreria Marco Vichi con un nuovo e appassionante episodio delle avventure dedicate al fortunato personaggio di Franco Bordelli. Mancano 15 mesi al pensionamento, è il 6 gennaio 1969 e il commissario si trova nella sua abitazione all’Impruneta in attesa di assistere alla finale di Canzonissima quando il telefono suona annunciando la morte di una giovane donna. Il suo nome è Diletta Cameriere, ha appena ventitré anni ed è la ragazza più bella mai vista. Il suo corpo è stato rinvenuto privo di vita dal babbo/nonno Nicola Cameriere che ne ha constatato non solo il decesso ma anche lo stupro. Chi è il colpevole? Perché così tante e divergenti sono le opinioni sulla fanciulla venuta a mancare? Al contempo Bordelli è chiamato a risolvere il caso dei plurimi omicidi avente quale denominatore comune il 13 febbraio e, infine, è chiamato ad investigare su alcuni documenti che potrebbero mettere, per il solo fatto di esistere, in serio pericolo la vita di un vecchio conoscente. Tante circostanze e tante situazioni che obbligano il funzionario di pubblica sicurezza a fare i conti con il tempo che passa, con il pensionamento sempre più vicino e il divenire ignoto, con i legami dettati dalle vecchie e intramontabili amicizie e con la riscoperta di un amore inaspettato tanto quanto desiderato. A far da cornice, la passione e l’amore indiscriminato per i libri e per il loro semplice essere.
«Non di rado la realtà è più fantasiosa della fantasia più estrema, e la spiegazione di qualcosa è del tutto inimmaginabile, dunque la verità può essere completamente diversa»
Con “L’anno dei misteri” Marco Vichi destina al suo pubblico libro che sa conquistare soprattutto i cuori dei nostalgici essendo impostato, più che sulla risoluzione del giallo, proprio su quegli affetti e quelle sensazioni che colorano la nostra vita. Se infatti vi aspettate un romanzo dai tanti colpi di scena sappiate che non li troverete in questo scritto. La struttura è costante e omogena, segue una linea narrativa chiara e senza pretese che volontariamente imposta il proprio registro sull’aspetto emotivo più che sull’investigazione vera e propria. I misteri passo passo trovano la loro collocazione ma non hanno il ruolo centrale. Sembrano giungere ad una risoluzione in totale autonomia. Vichi focalizza il proprio sguardo sull’animo di Franco, sulla sua malinconia, sulla sua voglia di vivere e sulle sue incertezze amorose e per il futuro. Per questo il testo potrà sembrarvi troppo diluito, troppo dispersivo e con anche delle divagazioni evitabili. Dal punto di vista spaziale le vicende si spostano tra vari luoghi a seconda delle circostanze esposte. Tra le varie città all’interno delle quali ci porta l’autore, ho ritrovato anche la mia limitrofa proprio alla città metropolitana toscana.
Nel complesso, una lettura piacevole e non impegnativa con cui trascorrere qualche ora piacevole nel fiorentino.
«Mi tuffo nei romanzi e vivo dentro di me avventure magnifiche. E quando scrivo mi succede la stessa cosa, entro in un mondo diverso, più vero di quello vero.»