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L'altro volto...
Giappone, anno 1961. L’ispettore Noriyuki Nagai rappresenta la quintessenza della vita piena di guai e incasinata fatta di tante sfortune perché la fortuna, proprio quando meno te lo aspetti, è pronta a voltarti le spalle. Quando il commissario Yamamoto lo informa della sparizione della sedicenne Natsuki Urayama, mai rientrata da scuola e sorella della diciottenne Madoka con cui vive insieme al padre nella città di Kanazawa, il pubblico ufficiale sente subito che c’è ben altro dietro la facciata di una semplice scomparsa, sente che quello che è chiamato a risolvere è probabilmente il più difficile incarico che ha mai ricevuto. E, purtroppo, non si sbaglia. La promessa fatta alla sorella non può essere mantenuta perché il corpo privo di vita e brutalmente usurpato della piccola Natsuki viene ben presto rinvenuto dalle autorità che, a quel punto, sono ancora più pressate dal cercare di risolvere il delitto. Forze oscure e dei “piani alti” esigono un colpevole, chiunque esso sia, esigono che l’inchiesta venga chiusa quanto prima e senza troppi indugi di ricerca della verità o di giustizia.
Il nostro Nagai è un uomo che ha sempre amato il rischio, che ha sempre teso ad infiltrarsi nelle più disparate operazioni sotto copertura, non si è mai fermato nemmeno di fronte alle ferite più gravi quali fratture, coltellate o ferite d’arma da fuoco quale quella riportata al polpaccio e rimediata da uno spacciatore di eroina, ma, mai si è sottratto ai suoi doveri e ai suoi valori che hanno immancabilmente primeggiato su tutto e su tutti. Sarà proprio questa sua inclinazione alla verità a portarlo alle più estreme conseguenze, ad obbligarlo a fronteggiare quel buio, quelle nefandezze che mai vorremmo scoprire e che mai vorremmo trovarci ad affrontare, ed è proprio questa sua inclinazione che alla fine, lo condurrà a prendere la scelta più drastica ma anche inevitabile in virtù del suo senso di giustizia e onore.
«[…] ma in lui germogliò la consapevolezza che quasi mai si era artefici di quanto accadeva attorno alle proprie vite» p. 172
Quello proposto da Nick Ragazzoni è un giallo dai tipici sapori orientali che durante la lettura ricorda le atmosfere caratteristiche del Giappone anni ’60 ma anche di autori, quali Haruki Murakami, che continuano a regalarci emozioni indimenticabili. Ad una penna descrittiva che accompagna e conduce sussegue un ritmo narrativo che si conforma alle vicende espletate: pertanto, ad una prima impostazione più lenta e atta ad introdurre i fatti, segue una naturale accelerazione dalla quasi metà del testo sino alla sua conclusione. L’epilogo ha quel retrogusto amaro che fa ben sperare in un nuovo episodio dedicato a questo eclettico e ben riuscito protagonista e che al contempo riesce anche a far riflettere il lettore che è chiamato a guardarsi dentro e ad interrogarsi.
Un libro adatto a tutti che si fa leggere con velocità e che lascia il segno.
«Quella visione permise a Sakamoto di comprendere che individui speciali entrano ed escono dalle vite di altre persone, che molti di loro sono solo di passaggio, ma che pochi altri lasciano impronte indelebili, come quelle che Nagai riuscì ad imprimere all’interno della loro indiscriminata comunità e che da allora consentiva a essa di continuare a esistere sotto una nuova forma.»
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