Dettagli Recensione
Etica morale vs Etica giuridica
L’avvocato Guido Guerrieri, fortunato personaggio nato dalla penna di Gianrico Carofiglio, è chiamato questa volta a dover risolvere una matassa che si snoda interamente tra presente e passato perché il legale è nominato difensore di fiducia di Iacopo, il figlio di Lorenza, la donna che negli anni ’80 è stata, per un determinato periodo, la sua compagna. Adesso ella non ha più niente di quella brillantezza e di quella lucentezza di un tempo; di lei, insegnante precaria, non resta altro che una figura opaca, consumata dalla nicotina e dai debiti che ha dovuto contrarre per far fronte alle tante spese necessarie per difendere quel giovane che adesso è in prigione con l’accusa di omicidio. Quest’ultimo, dal passato problematico e dai numerosi precedenti per droga, spaccio, rapina e altro, sembra poco interessato al volersi difendere in appello, soprattutto dopo l’infausto esito del primo grado. Tuttavia, qualcosa, lo porta a smuoversi tanto che il processo di secondo grado ha luogo.
L’opera ha inizio con la consueta prosa a cui lo scrittore ci ha abituato. Lo stile è chiaro, limpido, pulito e intriso di tutti quei tecnicismi propri di una persona che per anni ha frequentato gli ambienti dei tribunali. L’eroe principale, con tutti i vari protagonisti che lo accompagnano, è intriso di quei valori etici e morali che sempre più sembrano essere perduti nella società moderna e che eppure continuiamo a cercare. Dal punto di vista della trama questa è ben costruita e presenta ogni dogma che è proprio dei principi garantisti del nostro ordinamento, sia dal punto di vista costituzionale che processuale penale. Il testo non spicca per particolari colpi di scena in quanto segue delle linee ben incanalate e concrete sotto ogni punto di vista ma presenta un epilogo dal giusto retrogusto amaro che invita alla riflessione e che riesce a smuovere le coscienze proprio perché la prima ad essere smossa è quella di Guido.
Purtroppo, però, nonostante la indubbia qualità stilistica e contenutiva de “La misura del tempo”, non sono rimasta particolarmente entusiasmata dall’elaborato. In parte perché sono appartenuta per anni all’universo giuridico con una conseguente formazione giuridica, in parte perché, per una ragione o un’altra, avendo letto molti romanzi di Carofiglio non ho riscontrato particolari elementi di novità. Gli stessi tecnicismi sono risultati essere un qualcosa di già visto o comunque di già apprezzato in passato.
Consiglio pertanto questa lettura a chi non conosce ancora particolarmente bene lo scrittore e a chi apprezza le tematiche giudiziarie nelle loro varie sfaccettature.
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Si= a chi ama il genere, l'autore e i gialli giudiziari all'italiana,
No = a chi non ama il genere