Dettagli Recensione
Top 10 opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
La "vicequestora" Marò Pajno
Giuseppina Torregrossa porta sulla scena letterario il personaggio di Marò Pajno ne Panza e prisenza e in Il basilico di Palazzo Galletti; ed ora torna ne Il sanguinaccio dell’Immacolata.
Un giallo di ambientazione, ricco di fascino e di atmosfera.
Marò Pajno è una vicequestora, si è lasciata con il fidanzato storico e per questo è parecchio ingrassata, a causa del suo costante voler lenire le ferite dell’animo con un ingozzarsi smisurato ed incontrollato del cibo. E’ una donna lacerata.
“Era una donna divisa in due metà che si muovevano su piani temporali diversi. Il volto di ragazza, il resto di quarantenne un po’ passatella.”
Siamo nel periodo dell’Immacolata, in cui Palermo sembra preda dei demoni del gioco e della tombola, che è soprattutto:
“stare vicini, ammassati nella stanza da pranzo che è sempre la stessa dai tempi. A mano a mano che escono i numeri ognuno ha una cosa da cuntare, un ricordo speciale, un modo di dire.”
In tale clima un omicidio sconvolge la città: l’uccisione di Saveria nella sua pasticceria. A prima vista pare una rapina finita male; ma la vittima è la figlia di un noto boss del luogo, tale Fafò Rosso. Un affronto impensabile. Ci si deve aspettare altre morti, altri liti tra mafiosi? Chi ha osato tanto? Oppure è qualcos’altro? E perché il questore ordina a Marò, responsabile della sezione antifemminicidio, di risolvere il caso? Marò sempre più preda dei demoni interiori, ma
“grata alla vita per il suo lavoro, certe volte appagante, ma è così utile”,
riuscirà a risolvere brillantemente il caso?
Un giallo affascinante, dove si respira l’ottima aria sensuale del buon cibo, tra
“panelle, crocchè e cucciddatu”.
Una investigazione precisa, intuitiva e profonda per un finale inaspettato fanno di questa ultima opera di Giuseppina Torregrossa una lettura che travolge e trasporta lontano in un mondo difficile, ma degno di essere vissuto. Una bella lettura.