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Un'ultima avventura per Max Gilardi
Ho letto con molta emozione e commozione l’ultimo libro edito da Elda Lanza dal titolo La terza sorella. Il libro è uscito edito giovedì 14 novembre a pochi giorni di distanza dalla morte della stessa autrice, avvenuta la domenica precedente. Il testo vede l’ultima avventura dell’avvocato Max Gilardi, felice creatura partorita dall’abile penna di Elda Lanza. L’avvocato, ex poliziotto, dall’intuito sagace e dalla preparazione ineccepibile, ha visto impotente la morte della sua prima moglie, al cui seguito nulla è stato uguale, per cui:
“Non si ama mai allo sesso modo due volte. (…) Con quel corpo tra le braccia al quale non potevo dare aiuto, io ho sperato di morire, di non avere un giorno dopo. Poi la vita prosegue e non ti chiede eroismi.”
Qui è alle prese con un caso coinvolgente, che lo vede più che altro in veste di amico e consulente. Ma chi è la terza sorella di cui si fa riferimento nel titolo? E’:
“la figlia dell’amore. La più amata.”
Si tratta, infatti, di tre sorelle: Elena, Eleonora, Elisa. Tre baronesse, che vivono in un luogo particolare,
“che non era un castello, neppure nelle intenzioni, ma uno strano palazzo a strati, sospeso tra scale e balconate.”
Una di loro, Elena, si è appena sposata con Carlo, con testimone di nozze proprio l’avvocato Gilardi. E’ felice, serena. Quando in una tragica notte viene uccisa con un grosso ferro conficcato in gola. Chi ha potuto commettere un atto tanto brutale? Chi la voleva morta, lei che non aveva nemici? Forse che la sua felicità era fonte di invidia in chi non poteva avere un tale benessere? Chi poteva odiarla tanto?
Un bel mistero e
“Storie un po’ oscure”,
che affondano le radici nella storia di una famiglia benestante, in un passato lontano, mai dimenticato. Una storia che cova odio nel profondo, trascinato a lungo nel tempo. Dalla signora “gentile ed elegante” un’ultima vicenda che affascina con il garbo che le è sempre stato consono e che trascina il lettore in un vortice coinvolgente di emozioni e sentimenti.
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Commenti
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Personalmente avverto la necessità, quando leggo un libro, di essere affascinato dal garbo di chi scrive. Il garbo è una bella virtù e mi pare un segno di rispetto verso il lettore.
Buona giornata.
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