Dettagli Recensione
A volte non serve cercare oltreoceano
Devo cominciare questa recensione con un'ammissione di colpa. Chi segue le recensioni che scrivo sa che spesso prediligo gli autori stranieri. Spesso ci si fa affascinare dai nomi: Michael Connelly, Jo Nesbø, Jeffery Deaver, o per rimanere nell'ambito dei "thriller legali" un certo John Grisham.
E spesso ci si rimane delusi.
Quest'ultimo libro di Gianrico Carofiglio è la dimostrazione che in casa abbiamo degli ottimi autori, che a volte si rivelano più meritevoli di lettura di "quelli che hanno il nome famoso". Certo, Gianrico Carofiglio non è l'ultimo arrivato, ma devo ammettere che mi ha davvero stupito.
Cominciamo dallo stile, che è la cosa che più mi ha colpito: accurato, coinvolgente, riflessivo, a volte adornato da una sottile ironia utile a stemperare; capace di dosare perfettamente dialoghi e narrazione. Dalla spiccata capacità di emozionare e fare riflettere, risulta evidente che l’etichetta di “autore d’intrattenimento” a Carofiglio sta più che stretta, e infatti credo non possa limitarsi a questo. L’autore non strizza continuamente l’occhio al lettore, non vuole farlo contento a ogni costo con scelte banali volte a regalargli una leggerezza passeggera; l’autore vuole lasciare il segno. Non ha paura di soffermarsi su verità scomode e difficili da digerire, a volte angoscianti; perché è consapevole che questo spingerà il lettore a fermarsi a ponderare quel che ha appena letto, regalandogli l’impagabile sensazione di aver letto qualcosa di vero, non contraffatto da artificiosi addolcimenti. La dolcezza c'è come c'è nella vita: a piccole dosi, senza ignorare i momenti difficili che a quella dolcezza danno una marcia in più.
La figura dell’avvocato Guerrieri è praticamente viva: un personaggio così ben reso da poter credere di incontrarlo, un giorno o l’altro, lungo la strada di casa. Afflitto da dilemmi, vittima di debolezze e capace di piccoli atti d’eroismo , Guerrieri è un personaggio in cui ogni lettore può vedere una parte di sé stesso e (sono sicuro) anche l’autore ha messo moltissimo del suo essere.
Insomma, non so più che dire per farvi capire che sì, “La misura del tempo" è un romanzo da leggere e Carofiglio un autore da approfondire.
O almeno io lo farò.
La storia di questo romanzo ruota tutta su Iacopo Cardaci, ragazzo accusato dell'omicidio di uno spacciatore e già condannato in primo processo. La madre dell'accusato è una vecchia fiamma dell'avvocato Guerrieri, al quale si rivolge per il processo in appello. Incapace di dire di no a Lorenza e resosi conto dell' inefficacia della difesa che lo ha preceduto, Guerrieri decide di prendere in carico questo lavoro, nonostante sia chiaro fin da subito che le speranze di ribaltare la sentenza siano ridotte al minimo.
Mai scontata, mai banale, questa storia si legge in un attimo e, in certi tratti, è anche capace di emozionare.
Consigliatissimo.
“Quando sei giovane e pensi a un mondo e a un tempo in cui tu non esistevi, la cosa non ti turba. Perche' la storia sembra dotata di una direzione implicita che porta fatalmente al momento in cui sei tu a irrompere sulla scena. Il mondo senza di noi prima di noi è una lunga fase preparatoria. Il mondo senza di noi dopo di noi invece è semplicemente il mondo senza di noi. Finché appare lontano riusciamo a placare l’angoscia dell’idea. Ma io so che fra qualche settimana, al massimo qualche mese, non ci sarò più e il mondo continuerà a esistere, senza nemmeno una increspatura. Senza nemmeno un sussulto. Voi piangerete, ma poi dovrete occuparvi delle questioni pratiche e smetterete di piangere. E comunque sarete sollevati che questa sofferenza non ci sia più. Potrete distogliere lo sguardo e occuparvi di vivere. Come è giusto. E tutto sarà finito.”
Indicazioni utili
Commenti
5 risultati - visualizzati 1 - 5 |
Ordina
|
che memoria! Certamente l'esposizione di Nabokov è molto più poetica, ma da autore ti posso dire che sono cose che a uno scrittore che legge molto possono capitare. In fondo facciamo nostri i concetti che più ci colpiscono, e lungo tutto il corso del romanzo si vede che Carofiglio prima di essere un autore è un forte lettore. Nel momento in cui si crea una storia, è inevitabile metterci dentro una parte di noi stessi e dunque delle storie e dei versi che più abbiamo amato.
Certo, qui Carofiglio espone lo stesso concetto, ma diciamo che nel contesto ci poteva stare :)
Vale.
Personalmente, non ho mai messo in conto che fosse un autore per cui rinunciare ad altre letture di scrittori che m'interessano.
Carofiglio è un assiduo frequentatore di salotti televisivi. Pur condividendo molte delle sue opinioni, non sono mai stato colpito per una sua acutezza particolare.
Ora presterò più attenzione per il suo ambito letterario.
devo ammettere che nemmeno io me lo aspettavo, ma ne sono stato piacevolmente colpito. So bene che tu cerchi un certo tipo di qualità per le letture che fai; è evidente dalle tue recensioni. Se non sbaglio, Carofiglio ha scritto anche romanzi che non si inseriscono in generi particolari ma non saprei consigliarti in merito perché ancora devo approfondire. Puoi fare un tentativo con questo libro, senza averne altissime aspettative; magari ne resterai colpito come me e potrai, in seguito, decidere se approfondire o meno.
Vale.
5 risultati - visualizzati 1 - 5 |
"La culla dondola sopra un abisso e il buonsenso ci dice che la nostra esistenza è solo un breve spiraglio di luce tra due eternità fatte di tenebra. Sebbene siano una coppia di gemelli assolutamente identici, l'uomo, di regola, guarda all'abisso prenatale con più calma rispetto a quello verso cui è diretto (a circa quattrocentocinquanta battiti cardiaci l'ora)."