Dettagli Recensione
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
L'etica dell'indagatore
La scrittura di Carofiglio è limpida. La sua purezza è non solo nello stile, ma soprattutto nei contenuti. In tutti i lavori di questo autore l'atmosfera che si crea è di alto tenore etico. Ciò è palese nel personaggio principe avvocato Guido Guerrieri, così come in questo romanzo breve con il maresciallo Pietro Fenoglio. Nel testo quest'ultimo, a fine carriera, si confronta con Giulio. Entrambi sono "costretti" a sedute terapiche riabilitative. In breve queste occasioni si trasformano in approcci filosofici tra l'uomo maturo ed il ragazzo che deve decidere cosa diventare e cosa fare. Fenoglio in quest'ottica, utilizza la propria esperienza personale non tanto per dare un indirizzo o instillare convinzioni, bensì per ampliare la mente del suo giovane interlocutore. Il percorso "formativo" parte dal passato, quando lo studente di lettere che mai si sarebbe arruolato nell'Arma viene a farlo in seguito alla tragica scomparsa paterna. Fenoglio comincia a ripercorrere le tappe della propria esistenza legate alle indagini, alle metodologie utilizzate, alle scelte etiche di volta in volta prese. Grazie al suo spirito di iniziativa vediamo come sia riuscito ad entrare nel settore investigativo. Mentre i due interlocutori eseguono esercizi per risanare e recuperare il loro corpo, divengono più intimi e quasi naturalmente si crea un legame "allievo – maestro" a livello filosofico. Nel narrare le proprie svariate esperienze Fenoglio sottolinea l'importanza del dialogo e dell'empatia. Così apprendiamo del salvataggio di un ragazzo intenzionato a suicidarsi, indotto dalle parole "giuste" a sconfiggere i suoi demoni. Apprezziamo la calma e la pacatezza dell'inquirente che porta quasi "naturalmente" un giovane fragile a confessare il proprio delitto. Punto fermo di Fenoglio è l'osservazione, unita a tecnica ed esperienza: con questi mezzi si incastra un bugiardo, si salva dalla prigione una prostituta che è stata costretta ad ascriversi un omicidio mai commesso. Nei vari dialoghi tra Pietro e Giulio si sviscera la capacità di interpretare una testimonianza, utilizzando psicologia e attenzione. Fenoglio ci dimostra che le persone non sono affidabili come testimoni, in quanto tutti (anche e sopratutto in buona fede) tendono a mentire: tutti in realtà finiscono per raccontarsi la propria versione. Sta all'investigatore trarre da tutte le diverse testimonianze quella più attinente alla realtà oggettiva. Si assiste quindi a una "lectio legis" ove si apprezza l'umanità e l'acume di chi deve con il suo operato fornire gli elementi utili all'autorità giudiziaria per perseguire o assolvere. Carofiglio, ex magistrato, dimostra ulteriormente la sua professionalità e perizia sia giuridica che letteraria.