Dettagli Recensione
Interpretazione intimistica del giallo
Questo terzo volume dedicato al maresciallo Fenoglio differisce molto dai precedenti. Se volete un giallo classico, leggete il bellissimo primo romanzo della serie (“Una mutevole verità”); se al racconto giallo volete in aggiunta una trattazione dettagliata di come è organizzata la mafia pugliese e di come funziona il pentitismo, leggete il secondo interessante romanzo (“L’estate fredda”); se preferite una serie di racconti incorniciati entro un dialogo incentrato sui metodi dell’indagine investigativa (e anche un po’ sui massimi sistemi della vita) scegliete “La versione di Fenoglio”. Personalmente, ho preferito gli altri due libri, più rispondenti alle aspettative. La scrittura di Carofiglio è sempre molto piacevole ed elegante, ma in questo romanzo ho fatto fatica ad individuare il vero tema centrale: è un’indagine nella mente e nell’animo del maresciallo? È la storia di un’amicizia fra due anime affini? È una riflessione (o addirittura un manuale) sull’investigazione, sui metodi polizieschi e su come si conducono gli interrogatori? A volte si ha l’impressione che la pagina (che includa un ricordo del maresciallo, una riflessione, un momento di dialogo fra i due interlocutori) abbia principalmente lo scopo di raccogliere, un po’ alla rinfusa come uno Zibaldone, meditazioni, emozioni, pensieri, sospiri dell’Autore, vero protagonista dell’opera. Certo più che un giallo, come ci si aspetterebbe, è una libera interpretazione del giallo, molto colta, molto intimistica, ma non sempre avvincente.