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Due donne, due misteri, tra passato e presente
Stefano Canuto, comandante di polizia locale a Portoferraio, esordisce nel campo della narrativa con La chiave di smeraldo. Una storia di grande fascino, che ammalia in profondità i lettore, con un alternarsi di vicende ambientate tra il nostro secolo e il secolo XVII, tutte rigorosamente ammantate da grossi misteri.
Si inizia da uno dei luoghi più romantici, il parco del Valentino a Torino, dove sotto una fitta nevicata il commissario Tommasi incontra una bellissima damigella, che sembra provenire da un tempo lontano, che dopo averlo ammaliato con modi e gesti, gli dona un bellissimo anello con smeraldo. Poi le che:
“Avanzava a capo scoperto e i fiocchi che le si depositavano sui lunghi capelli corvini, leggermente mossi, sembravano perle di una acconciatura”,
ad un tratto scompare, evanescente.
Contemporaneamente un omicidio viene compiuto poco distante, e una donna uccisa. Un cadavere composto anche in uno strano modo, quasi a compiere un efferato rituale, per cui:
“Intorno al cadavere, (…) era visibile una patina, un alone formato da una poltiglia rossastra. Ancora oltre, quasi a racchiudere Veronica come una riproduzione dell’Uomo Vitruviano di Leonardo, era stata tracciato un cerchio con la medesima poltiglia rossa.”.
Cosa hanno in comune le due donne suddette? L’omicidio ha forse a che fare con i riti satanici che insanguinano la città? Una donna tornata dal passato per comunicare che cosa al povero commissario, che non sa più come sciogliere l’enigma?
Un libro in cui i dialoghi sono perfettamente costruiti, e si alternano con abilità nella narrazione, in modo tale da formare un quadro indiziario ottimo ed accattivante. Un romanzo che alterna passato e presente, con riferimenti precisi ad un lontano periodo storico, descritto con minuzia di particolari. Una bella e curiosa lettura, che trascina con passione.