Dettagli Recensione
Grazie, Maestro
Vigata, la cittadina nata dalla fantasia di Andrea Camilleri, si anima per la (pen)ultima volta.
Il tragico suicidio di Carmine Spagnolo, operaio della Trincanato, fabbrica di scafi del paese prossima al fallimento, cattura l'attenzione del commissario Montalbano: come è possibile che un lavoratore si sia tolto la vita dopo aver perso il proprio posto di lavoro, la fabbrica presso cui era impiegato si trovi sull'orlo di un precipizio, ma il suo proprietario, detto Giogiò, navighi nell'oro? Grazie al suo ormai proverbiale fiuto investigativo, Montalbano arriverà a collegare Giogiò ad una misteriosa imbarcazione che circa sei mesi prima era comparsa per la prima volta nel porto di Vigata...
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Un Montalbano insolito, quello che ritroviamo nel "Cuoco dell'Alcyon", che si divide tra la sua Sicilia e la Liguria dell'eterna fidanzata Livia: il ritmo narrativo, specie nella seconda metà del romanzo, si fa incalzante e serrato, come mai prima d'ora in un romanzo di Camilleri, che qui compie un'inedita (e godibilissima!) "invasione di campo" nel genere thriller; il celebre commissario di Vigata si troverà coinvolto in una delicatissima indagine internazionale, collaborerà con un agente dell'FBI, ed entrerà perfino in azione sotto copertura: un intreccio degno di una "pillicola 'mericana", per dirla come lo scrittore agrigentino.
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Leggo i romanzi di Camilleri da quando avevo tredici anni.
Con Camilleri ho imparato un dialetto che non conoscevo.
Con Camilleri ho imparato che delle nostre scelte dovremmo sempre rendere conto a noi stessi prima che a chiunque altro.
Con Camilleri ho scoperto una terra meravigliosa come la Sicilia, ricca di bellezza e contraddizioni, i cui colori, sapori e atmosfere permeano le pagine di questi libri, preziosi affreschi di vita.
Grazie di tutto, Maestro.