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L'inverno di Giona
 
L'inverno di Giona 2019-07-02 16:17:09 68
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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68 Opinione inserita da 68    02 Luglio, 2019
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Verità inconsistente

Tutto parrebbe non essere come sembra, all’ inseguimento di una logica inconsistente, sconvolgente, inesistente, tra pensieri dissociati e difformi.
Giona-Luca, nonno Alvise, due genitori prematuramente scomparsi, altri nomi, Norina, Anna, Andrea, Eleonora, un paese di pecorelle ostaggio di un vecchio crudele, una voce, più voci, ripetute, frammentarie, una fuga affannosa ma necessaria.
Il racconto sospeso in un tempo solo presente, un protagonista senza ricordi, memoria e quindi un futuro, che da sempre ha vissuto nella metà dell’ ombra, lontano dai sogni, recluso, tiranneggiato, violato, in una rappresentazione di anaffettività e violenza.
Il quotidiano riflette il dolore come rappresentazione vivente ed una sola verità, quella che conta, un’ intimità inesistente ed una storia di controllo, precisione, resilienza, seguendo uno schema collaudato.
Una casa con un camino sempre spento, nessuna vicenda da condividere e raccontare, nessuna risposta, un’ attesa protratta, senza ascolto, solo ordine, precisione ed obbedienza.
Un vecchio maglione rosso in cui crescere, eredità di un passato senza volto, forgiato a propria immagine, che ha acquisito quella forma mentre gli si vive dentro.
Rapito, abbandonato, affidato, solo, quale il destino di Giona? Per lui una fuga quantomai necessaria, un tempo finito e l’ eco di giorni sconosciuti e dimenticati.
Non ha mai visto il proprio volto e vaga in un paese dove non può più sostare, in un tempo bloccato, con un oggi senza ieri che non diventerà mai domani.
Il dolore diviene suo compagno di viaggio, essenza purificatoria, la paura plasmata dentro, lui ciò che qualcun altro ha voluto che fosse.
Ma poi tutto improvvisamente cambia, senza un senso, o forse plasmato da una furia assassina, protagonista della propria storia, una condanna scontata dopo un’ accusa infamante, oggi una probabile guarigione voluta da altri.
E quella voce sempre presente sventra e percuote ogni più piccolo gesto, indirizzando gli eventi.
Ma allora nulla ritorna, se non all’ interno della propria follia, nella schizofrenia del presente e gli altri chi sono, un’invenzione dell’io narrante, la rappresentazione di se’, semplici essenze inesistenti?
Vittime e carnefici continuano a trascinarsi in un senso insensato, inopportuno, con la certezza di un viaggio negli abissi di una mente malata, e se invece tutto fosse solo una recita?
Uno psico-thriller di sicuro interesse per il tema prescelto, un flusso narrante che cambia gli eventi oltre ogni immobilismo apparente, respingendo certezze acquisite, affondando in abissi mentali, inseguendo ricordi inafferrabili e futuro inconsistente.
Ed allora chi siamo realmente e quale la nostra storia? Vittime o carnefici, sani o malati? Che cosa oltre il proprio racconto, quale il segno del presente?
Il mistero parrebbe finalmente risolto, emersa una verità sconvolgente, poi tutto, d’ improvviso, ancora una volta, cambia...

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