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Un debutto col botto
A Vigata, immaginario centro della Sicilia, è l’alba mentre Pino Catalano e Saro Montaperto, due netturbini, puliscono la malfamata zona della mànnara, abituale luogo di ritrovo di prostitute. Con sommo stupore, trovano in un’automobile il cadavere dell’ing. Luparello, uomo politico locale, e ne avvertono immediatamente il suo factotum, l’avv. Rizzo. Questi, che non appare sorpreso del macabro ritrovamento, li invita a chiamare la polizia che, nel luogo, ha nel commissario Salvo Montalbano il suo massimo esponente. Montaperto trova pure, lì vicino, una collana di notevole valore, che nasconde per rivenderla e ricavarne i soldi che gli permetteranno finalmente di curare il figlioletto malato.
Il clamore del ritrovamento è evidente: Luparello è un uomo conosciuto, capo locale di un partito influente, è stato ritrovato seminudo e il patologo, dott. Pasquano, ne conferma una morte naturale durante un atto sessuale: tutto lascia presumere sia avvenuto durante un rapporto con una prostituta. In seno al partito, il leader dell’opposizione, il dott. Cardamone, perorato fra l’altro dallo stesso Rizzo, viene eletto suo successore, non senza che ciò desti qualche sospetto.
Montalbano e il fido Fazio svolgono i primi rilievi e interrogatori. Alcune prostitute dicono di aver visto Luparello in compagnia di una donna alta e, sulle prime, i sospetti si concentrano su Ingrid Sjostrom, la nuora svedese del dott. Cardamone, abile meccanico e pilota, di carattere disinibito. Per di più, alla mànnara viene anche ritrovata una borsa di valore, con le iniziali I.S. stampate.
Tutto però appare poco chiaro a Montalbano, che si interroga più volte. Perché un politico di rango come Luparello avrebbe commesso la leggerezza di incontrare prostitute in un luogo così malfamato e noto, rischiando di venir visto e infangato? Perché Rizzo ha premuto per avvertire subito la polizia e ha sostenuto l’avversario di Luparello nel partito? E per quale ragione, a un certo punto, lo stesso Rizzo si fa vivo per ricercare la collana, dietro incarico del figlio di Cardamone? Tutti gli indizi sembrano convergere su Ingrid che confessa varie sue relazioni amorose, così scandalose da far tremare mezza Sicilia, ma nega fermamente d’aver mai avuto rapporti con Luparello.
Dai colloqui con la famiglia dell’ucciso, però, appare chiaro come l’ingegnere usasse da tempo una casetta sulla spiaggia vicino alla mànnara per incontri amorosi con persone di entrambi i sessi. In particolare, durante il colloquio con la vedova Luparello, Montalbano capisce come l’assassinio dell’ingegnere sia avvenuto altrove e sia stato poi artificiosamente costruito in modo tale che assuma una forma particolare, come quella dell'acqua in un contenitore, per far ricadere la responsabilità sulla bella svedese.
Libro d’esordio del personaggio di Salvo Montalbano, che già appare ben delineato caratterialmente e con quel microcosmo di personaggi secondari che lo accompagnano da sempre, sia nei libri che nella serie TV: ci sono la bella e talvolta scontrosa fidanzata Livia e il fedele Fazio, mentre solo sullo sfondo appaiono il vice sciupafemmine Augello e l’insolito centralinista Catarella. Lo stile di Camilleri è scorrevole, disimpegnato, con un sottile uso dell’ironia, ed è capace di rapire il lettore per trasportarlo nelle sue amate atmosfere siciliane. La trama si segue bene e, ragionando, si può giungere alla soluzione del giallo prima che l’autore spari il colpo di scena finale in un momento del tutto inatteso, sorprendendo il lettore. Ci sono diverse parole dialettali, comprensibili senza particolari problemi, che aggiungono quel gradevole tocco di sicilianità che è tratto distintivo dei racconti di Camilleri.