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Indagini alla procura torinese
Giorgio Vitari si è laureato in giurisprudenza, e nel 1977 è entrato in magistratura. Ora pubblica Il vestito nuovo del procuratore, un libro largamente ispirato al "caso Zampini", una situazione difficile ed anomala, che precorre quello che fu Tangentopoli a Milano. L'autore, ex avvocato generale della Procura di Torino, con questo testo, frutto certo di fantasia, va però a rielaborare indagini vissute in prima persona.
Che cosa è lo scandalo Zampini a cui il testo va riferendosi?
"Era la primavera del 1983 quando la Torino delle giunte di sinistra venne sconvolta da storie di arresti, mazzette e, politici corrotti e faccendieri corruttori. Ora dopo trentasei anni l'odore aspro di quel caso percorre da cima a fondo le pagine di questo libro".
Qui si narrano due indagini parallele che vedono impegnato il giudice Francesco Notari. La prima indica un caso di tangenti, ovvero nella assegnazione di un importante appalto si riscontrano gravi anomalie, che in ultima sono il frutto di un accordo malavitoso tra politici e una grande azienda. L'altra, all'apparenza più facile, vede la morte di una giovane commessa, Paola, fulminata nella propria vasca da bagno. All'apparenza, appunto, distinte , rivelano presto di essere legate da un terribile filo comune.
Tra tangenti e primi sentori, terribili e spaventosi, di quella che sarà l'infiltrazione mafiosa della 'ndrangheta, si snoda un libro che è da considerarsi a metà strada tra il noir e il giallo giudiziario. Scritto con un linguaggio che risente fortemente della tecnica giudiziaria, è una lettura che coinvolge il lettore, riportandolo indietro nel tempo, in un passato remoto. Ma che poi tanto lontano non è. Di grande attualità. Per comprendere meglio i tempi attuali.