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L'agente del caos
 
L'agente del caos 2019-06-02 08:59:39 levante
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
levante Opinione inserita da levante    02 Giugno, 2019
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Romanzo amorale

Letto un anno dopo circa la sua uscita, mi viene facile immaginare la ideazione di una nuova serie televisa di sicuro successo popolare alla pari delle altre scaturite dal talento narrativo dello scrittore De Cataldo. Un ricco copione tutto da sviluppare in molteplici direzioni e su più piani: un vero piatto ricco in questi tempi dove l'etica viene considerata come una anticaglia, la moralità, l'immoralità e l'amoralità sembrano coesistere e non stupire più di tanto e le utopie e gli ideali invece appaiono roba da sfigati se non cose di cui sentirsi in imbarazzo. Ecco che mi tocca dunque prendere le misure con un personaggio che dovrebbe convincermi o almeno intrigarmi o incuriosirmi della possibilità che si possa essere nello stesso momento "Il Bene e il Male", ovvero "la Vittima, il Salvatore e il Carnefice", ovvero ancora "il Vincitore e il Vinto". Come se queste condizioni siano frutto di normalità e non di un curabile disturbo o di abiezione o di pura malvagità ed egoismo estremo. O tutte queste cose messe insieme.

Un'avvocato californiano di nome Flint contatta uno scrittore romano autore, qualche tempo prima, del romanzo "Blue Moon", incentrato sulla figura di un avventuriero americano, tale Jay Dark, per proporgli di scriverne la vera storia poichè quella da lui raccontata e' priva dell' elemento essenziale: il caos. Cosa ne sa lui? Beh, lui c'era.

Ma chi è Jay Dark?

Un agente al serivizio della Centrale di Intelligence americana che ha come missione negli anni 60/70 quella di infiltrarsi nei movimenti giovanili antigovernativi e/o libertari di mezzo mondo occidentale con l'obiettivo di vanificarne e fiaccarne lo slancio rivoluzionario attraverso la diffusione al loro interno di ingenti quantitativi di droghe. Per lui si tratta, ob torto collo di prendere o lasciare, ma il lasciare ha un costo: entrare in carcere e scontare una pena per furto; meglio entrare nel programma di trattamento volontario sperimentale come cavia e divenire oggetto di studio sulle reazioni indotte dalla somministrazione di psilocibina, un potente allucinogeno. Jay Dark scopre così di essere speciale, poichè non subisce nessuna alterazione psichica, scoprendo di avere un "dono" anzi due vista la sua eccezionale facilità nell'apprendere le lingue straniere: gli esami diagnostici a cui è stato sopposto certificano che quella parte di cervello nominata Area di Broca è in lui enormemente sviluppata. Per queste sue rarissime carattarestiche diventa allora una risorsa di primo grado per il progetto Mk-Ultra (un protocollo governativo che studia gli effetti delle droghe sui comportamenti umani) e si mette a servizio presso il Prof. Kirk ex nazista che lo accoglie come discepolo nella sua scuola di pensiero: la teoria del caos. Harry Kirk, abbandonato il Reich poco prima del suo crollo, era stato psichiatra e autore di ricerche nel campo del controllo mentale. In America aveva trovato subito lavoro nell'Intelligence dove aveva proseguito la sua attività. Se da nazista pensava che il mondo fosse un recinto governato dal disordine e destinato ad essere retto da poche illuminate menti, da democratico adottato teorizza che il disordine non andava demonizzato ma venerato, alimentato, mantenuto.

"La caduta di Hitler - racconta Flint allo scrittore romano - l'aveva persuaso che la natura umana è insofferente ad un eccesso di ordine, e che non solo la convivenza pacifica è una utopia........ma cosa molto più importante, per lui decisiva, è che il concetto stesso di "dominio"è una utopia ancora più pericolosa".

"Ogni dominatore - Prof Kirk che parla a Jay Dark - sogna di annientare il caos, il che è assolutamente impossibile. Al contrario, figliolo, dobbiamo assecondarlo, stimolarlo, sollecitarlo.Gli vanno lasciate le briglie sciolte. Solo a queste condizioni potremo garantire la sopravvivenza del genere umano".

".....E addirittura - qui ancora Flint che racconta - le sue teorizzazioni divennero miele per le orecchie di senatori,spioni, manovratori e costruttori di opininioni: signori il mondo è in preda alla confusione dunque occorre un dominio (?...ma non si era detto che noooo..?!?!) solido per governarlo, e questo dominio è stato consegnato all' America".

Così si fomenta Prof. Kirk ex-nazista-psichiatra, avido di potere e sociopatico q.b. per essere utile alla causa controrivoluzionaria (che è insieme anti-comunista, antipacifista e ultra-dottrina americana), perorata dai servizi segreti di quel tempo.

L' aspetto pregevole di questo romanzo può essere quello di riaprire un archivio sui fatti di una era comunque importante: si sviluppa seguendo il sorgere ed il progredire delle varie culture del periodo: quella hippy non violenta, antimilitarista e libertaria con il culto della droga e dell'amore libero, quella rock, quella radical che aveva come obiettivo i diritti delle minoranze, ed un proprio progetto politico antigovernativo. Nella lettura scopriamo o riscopriamo una ricca aneddotica sul periodo e sui personaggi della "Controcultura" americana. Ecco che compaiono quindi figure ed eventi noti come Timothy Leary lo psichedelico docente universitario di Harward famoso per i suoi esperimenti accademici con LSD, o ancora Jerry Rubin autore del ribelle "Do It!!" ovvero la contestazione americana compresa quella alla guerra del Vietnam, Allen Ginsberg e la Beat Generation, le Black Panhter e i Weatherman, gli Hare Krisna, le strade e i quartieri di città come Haight-Ashbury a San Francisco, Berkeley e poi Londra ed altre ancora che diventano la scena dove tutto si svolge. Molti sono gli spunti che si possono cogliere per rivisitare la letteratura, la musica (Cohen, Jefferson Airplane Greatefull Dead ecc..) e la storia di quegli anni, per chi se ne sente attratto e ha voglia di ripercorrerla.

In un libro dove realtà e finzione si intrecciano dalla prima all'ultima pagina (tutti i grandi eventi, le iniziative governative e di Intelligence menzionate e la figura stessa dell'agente del caos corrisponde nella realtà al profilo di Ronald Stark) si ha purtroppo la sensazione che i personaggi siano prodotti stereotipati, caricature e macchiette depotenziate della loro carica umana e critica - chi più chi meno, mentre l'agente Jay Dark vuole essere rappresentato come una persona combattuta ed intrappolata nel suo ruolo. In realtà ne emerge un profilo privo di anima, cinico, una persona sporca e fintamente costretta ad agire, che non esita a vendere i suoi amici.

Vuole essere un romanzo che parla di una intera generazione senza ipocrisia e senza moralismo? Però si vogliono accordare giustificazioni ai comportamenti e alle scelte compiute dell'agente del caos. che è evidentemente un personaggio amorale.

"Jay Dark era il cattivo, ma nello stesso tempo era la vittima.Lo eravamo stati tutti, lo siamo ancora. Il punto è il caos. E se il punto è il caos, Jay è anche un vincitore. Dopo quegli anni magici il nostro modo di vivere era profondamente mutato.Jay e tanti altri come lui avevano seminato incubi perversi e sogni meravigliosi. Anche grazie a lui eravamo vittime e trionfatori, sognatori e assassini di noi stessi. Jay Dark era anche mio fratello, Jay Dark era anche me."

Ecco che lo scrittore romano si converte anch'esso alla teoria del Caos e sollecitato dalla risonanza che fa vibrare in lui la conoscenza della vera storia dell'avventuriero, finisce per identificarsi con Jay Dark e le sue ragioni chiamando implicitamente il lettore se non a condividere la sua posizione a porsi lo stesso quesito.

Ma Jay Dark attenzione è un amorale cronico, un egoico che agisce in base alle proprie prerogative e ad esclusivo suo vantaggio, viene cooptato sulla base di un ricatto e alla fine dichiara a se stesso e ai lettori che dopo tutto è pronto di nuovo a ricominciare il suo sporco sporco lavoro.



Buona scrittura, pessima idea.

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