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Un fantasma a Torino
Fabio Girelli scrive un racconto lungo intitolato: Il bacio della velata. Ambientato in una Torino esoterica, di grande fascino, ha come protagonista il vicequestore Castelli. Un uomo singolare, affetto da un disturbo bipolare, amico di una bellissima transessuale di Ipanema, un investigatore acuto e scrupoloso. Qui è alle prese con un caso difficile: la bella Selene ritrova il corpo ammazzato bdel fidanzato Luigi Stendardo, legato ad una sedia, gli sono stati amputati i piedi ed è morto dissanguato. Lei sembra impassibile di fronte va tanta crudeltà, ma si giustifica dicendo di essere nata priva dell'amigdala, un centro cerebrale che gestisce la paura e le emozioni, privandola di qualsiasi reazione. Lei dichiara sin dall'inizio che la responsabile dell'omicidio è Varvara. Ma chi è costei? È il fantasma di una nobildonna russa morta verso la fine del '700, che si chiamava Barbara Jakovlevna Tatisjtjeva, successivamente detta Varvara, moglie dell'ambasciatore russo a Torino, morta nel 1792. Dopo la sua precoce morte, il marito fa costruire una statua che raffigura una donna velata. È sepolta in San Pietro in Vincoli e su di lei sorge presto la considetta "leggenda della velata". Divenuta un fantasma ammaliante di cui:
"Prima ti innamori, poi lei ti fa fuori".
In una Torino,
"Spettro tra gli spettri, risucchiata nella palude del tempo",
Si costituisce così un noir di grande qualità. Gli elementi di fascino sono la Torino sotterranea, cimiteri in disuso, l'aleggiare continuo del fantasma elegante della velata, e la caratterizzazione stessa dei personaggi che animano il testo. Il procedere elegante e indefesso della narrazione avviene intensamente e con celerità. Una lettura che coinvolge subito il lettore con tematiche affascinanti e di grande presa diretta. Un giallo ben costruito e ben congegnato, che espone con sapienza un tema di grande rilievo come quello dell'esoterismo che l'autore dimostra di conoscere a fondo.